La Nuova Sardegna

Alghero

«In materia di pesca decide la Sardegna»

di Pinuccio Saba
«In materia di pesca decide la Sardegna»

Respinta l’eccezione di incostituzionalità di una norma regionale sollevata dalla Presidenza del consiglio dei ministri

14 dicembre 2013
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ALGHERO. La Regione Autonoma della Sardegna ha competenza primaria in materia di concessioni demaniali ai fini della pesca e dell’acquacoltura. Lo ha ribadito la Corte Costituzionale presieduta da Gaetano Silvestri (relatore Giuseppe Tesauro) che con la sentenza emessa il 20 novembre e depositata in cancelleria avantieri, ha respinto l’eccezione di incostituzionalità della norma regionale sulle concessioni demaniali dello scorso anno presentata dalla Presidenza del consiglio dei ministri. Una norma che, secondo l’Avvocatura dello Stato, era in contrasto sia con alcuni articoli della Costituzione sia con la normativa comunitaria. Per gli impianti di acquacoltura della Sardegna c’era quindi il rischio di dover cedere le concessioni il prossimo 31 dicembre (come prevede la normativa comunitaria sulla gestione delle aree demaniali) mentre la legge regionale prevede tempi decisamente più lunghi.

Questa sentenza, inoltre, consentirà alla Regione Sardegna di stabilire autonomamente i canoni demaniali che, secondo la Finanziaria dello scorso anno, avrebbe provocato aumenti che avrebbero messo completamente fuori mercato gli impianti di acquacoltura dell’isola. Prospettiva che aveva innescato la clamorosa protesta dei concessionari algheresi che si erano incatenati alle gabbie degli allevamenti, a un miglio dalla costa. Il ricorso della Presidenza del consiglio dei ministri aveva di fatto bloccato la possibilità di intervento sui canoni da parte della Regione, nonostante la Coldiretti-Impresapesca avesse sottolineato che la Regione Sardegna gode di una speciale autonomia (“incisa” nella Carta Costituzionale) in alcuni settori, fra i quali quelli della caccia e della pesca.

«Ora è il momento che il consiglio regionale definisca i criteri per l'assegnazione delle nuove concessioni – ha detto Mauro Manca, referente della Coldiretti-Impresapesca che a settembre aveva guidato la protesta in alto mare – e determini i canoni demaniali, eliminando quel clamoroso aborto normativo, già contestato persino dal Garante dell'Anti trust, che aveva creato una inammissibile discriminazione tra società e cooperative». «Le nostre proposte, già condivise e tradotte in un emendamento da parte dei componenti della commissione Agricoltura e di numerosi capigruppo in consiglio regionale – ha concluso Mauro Manca –, attendono solo di essere licenziate dall'assemblea Regionale. Ci auguriamo che ora si stringano i tempi e prevalga il senso di responsabilità, perché le nostre aziende non possono più attendere».

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