La Nuova Sardegna

Cagliari

Tirrenia, al timone resta solo Onorato

di Giampiero Cocco
Tirrenia, al timone resta solo Onorato

Dissolta la vecchia cordata. Fondi d’investimento e compagnie straniere soci di Cin, la Regione invitata a partecipare

13 aprile 2012
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CAGLIARI. La proroga di 90 giorni concessa dal ministro dei Trasporti, Corrado Passera, per la firma definitiva del contratto di vendita di Tirrenia alla Compagnia Italiana di Navigazione – così da trovare una soluzione alle richieste della Commissione europea – avrebbe raggiunto il suo scopo. La Cin cambia equipaggio e doppia, a vele spiegate, lo scoglio dell’antitrust europeo, che avrebbe già dato il via libera alla privatizzazione. Le relative delibere stanno per essere notificate a tutti gli interessati, governo italiano compreso. Nella nuova Cin, abbandonata da Moby, Gnv e Grimaldi, rientrerà il patron della stessa Moby con la Onorato Partecipazioni srl e tra i soci ci saranno il fondo di private equity Vsl Palladio Finanziaria (che si occupa di shipping e logistica) e il fondo Versi, mentre sono in lista di attesa, pronte a sottoscrivere il loro ingresso nella società, anche due compagnie di navigazione, la spagnola Balearia e il gruppo Tomasos, di armatori greco-napoletani.

Ma la novità più eclatante è l’invito alla Regione Sarda di entrare a far parte della società che gestirà, dal giugno prossimo, le rotte in continuità territoriale, con una partecipazione che potrebbe assestarsi tra il 20 e il 33 per cento. Alla Regione è stato offerto, attraverso la mediazione del sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Antonio Catricalà, un posto nel consiglio di amministrazione con «delega delle funzioni di monitoraggio del rispetto degli obblighi previsti dalla convenzione tra il ministero delle Infrastrutture e Trasporti, relativi ai collegamenti tra la Sardegna e il continente, con ampie facoltà di intervento in relazione al preminente interesse pubblico della Regione ad esercitare un ruolo primario nei processi di mobilità da e per la Sardegna al fine di realizzare una compiuta continuità territoriale marittima, intesa quale presupposto per lo sviluppo economico-sociale dell’isola», oltre alla designazione del presidente del collegio sindacale.

Ugo Cappellacci ha chiesto di definire al meglio questa offerta, partendo dal presupposto che l’attuale bozza di contratto sulla continuità territoriale non ha visto la Regione Sarda tra gli estensori di un documento che, per i prossimi dieci anni, dovrebbe assicurare all’isola una percorribile “autostrada del mare” a costi imposti dalla classe politica per residenti, turisti e per il movimento delle merci. Una timida apertura, che si spera foriera di novità per l’economia isolana, dopo le bordate ad alzo zero che Cappellacci e Onorato si sono scambiati negli ultimi 12 mesi a causa del crescente aumento delle tariffe sul trasporto marittimo che avevano portato la Regione Sarda, attraverso la controllata Saremar, ad improvvisarsi armatrice mettendo in mare la Flotta sarda. Una decisione che ha fatto allontanare dall’isola compagnie di navigazione e innescato una diatriba nella quale, a rimetterci, sono stati i sardi, i turisti e gli autotrasportatori. Le previsioni per la stagione turistica 2012, che cominciano a trasparire dalle proiezioni della Moby, sono a dir poco devastanti e vanno a sommarsi a quelle già rese note dalla Saremar. Un calo del 30% per il periodo giugno-settembre, che significa una perdita netta di 300mila turisti.

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