La Nuova Sardegna

Cagliari

Referendum, Province rinnegate da chi le volle nel 2000

di Filippo Peretti
Referendum, Province rinnegate da chi le volle nel 2000

Nel 2000 e nel 2001 tutti i partiti a favore degli 8 enti intermedi, ora i Riformatori e l’Ups si sono scambiati le posizioni. Entro mercoledì si conoscerà la decisione del tribunale di Cagliari

30 aprile 2012
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CAGLIARI. Tra oggi e domani il giudice del tribunale di Cagliari deciderà se sospendere o meno i quattro referendum che puntano all’abrogazione delle nuove Province sarde. Ed è proprio su questi quesiti (ce ne sono altri sei in programma sempre il 6 maggio) che il dibattito politico si infiamma. «I sardi – ha detto ieri il deputato del Pd Arturo Parisi ritornando sul tema – non hanno bisogno della Bce per decidere da soli di accorpare le Province». «Ha ragione Parisi – gli ha fatto eco il presidente della Regione, Ugo Cappellacci – lo strumento giusto è il referendum».

Sui partiti politici sta premendo il Movimento referendario, che ieri ha inviato una lettera ai segretari per chiedere un «chiaro pronunciamento sul voto di domenica».

Favorevole in linea generale allo strumento referendario ma contrario – nel metodo e nel merito – a quello che vuole abrogare le nuove Province si è detto Antonio Satta, che a cavallo degli anni 90 e 2000 si è battuto più di ogni altro per l’istituzione della Provincia Gallura, alla quale sono state poi legate le altre. «Cappellacci e i Riformatori – ha detto Satta – stanno strumentalizzando il referendum per coprire la loro fallimentare legislatura. Sono in maggioranza, perché non hanno proposto una legge e non si occupano dei veri problemi dei cittadini anziché fare demagogia nel tentativo di riacquistare il consenso perduto?».

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