La Nuova Sardegna

Cagliari

Province, ecco i testi di giunta e Pd per evitare la paralisi

di Filippo Peretti
Province, ecco i testi di giunta e Pd per evitare la paralisi

Ipotesi 1: commissariare i 4 enti abrogati e fare la riforma. Ipotesi 2: tornare ai vecchi confini e attuare il decreto Monti

12 maggio 2012
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CAGLIARI. Per la giunta regionale èinevitabile il commissariamento delle 4 Province abrogate dai referendum di domenica. Per il Pd, principale partito di opposizione, l’ipotesi è da scartare: bisogna tenere in vita le amministrazioni per la fase di transizione in attesa di unriordino generale.

Le prime proposte. Mentre sono già al lavoro i giuristi incaricati dal Consiglio regionale, dopo le polemiche frontali ecco le proposte per scongiurare il «caos istituzionale e amministrativo» nato con il voto. Sono proposte contrastanti che hanno però il pregio di favorire il dialogo. E hanno un punto condiviso: è il momento di fare una riforma che preveda enti intermedi in linea con il decreto Monti e che trasferisca ai Comuni il maggior numero di competenze.

Vertici alla stessa ora. Le due distinte iniziative sono state elaborate ieri mattina. Su delega del presidente Ugo Cappellacci (ancora bloccato a casa dopo il tamponamento), e degli assessori Mario Floris e Nicola Rassu, i dirigenti della Regione si sono riuniti ieri mattina per costruire il quadro tecnico che servirà nei prossimi giorni alla giunta per elaborare una proposta politica da confrontare con la maggioranza e l’opposizione. Nella stessa mattinata, il segretario del Pd, Silvio Lai, ha riunito la conferenza interistituzionale del partito (deputati, consiglieri regionali, presidenti di Provincia e amministratori locali) per affrontare il dopo referendum.

L’ipotesi della giunta. Per scongiurare il vuoto amministrativo nei territori delle ormai ex Province di Olbia-Tempio, Ogliastra, Medio Campidano e Carbonia-Iglesias Cappellacci e i suoi assessori stanno pensando a una soluzione transitoria: tenere in vita gli enti intermedi (affidandoli a dei commissari, forse gli stessi presidenti) sino alla riforma che rispetti il voto di domenica: via le nuove Province e conferma di quelle storiche di Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano sino a quando le tiene lo stato.

Decreto Monti. Per le Province storiche scatterebbe, con legge regionale già approvata dalla commissione Autonomia di Paolo Maninchedda, quanto previsto dal decreto Salva Italia: consigli provinciali di dieci membri votati non dai cittadini ma dai consigli comunali.

L’ipotesi del Pd. Silvio Lai ha annunciato la linea del ritorno alle 4 Province storiche (con funzioni da rivedere) sempre in sintonia con il decreto Monti e 50 collegi uninominali per le elezioni regionali (la legge elettorale è ora basata sulle 8 Province). Per quanto riguiarda la transizione «occorre garantire con legge ad hoc la continuità amministrativa» anche nelle Province abrogate.

L’ipotesi Demuro. Al vertice del Pd ha partecipato il costituzionalista Gianmario Demuro, secondo il quale l’unica soluzione praticabile per l’emergenza è l’immediato ritorno ai vecchi confini delle quattro Province storiche. Anche perché, ha detto, il riordino dopo i referendum «non sarà breve».

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