La Nuova Sardegna

Cagliari

Referendum, tra vertici e marce su Cagliari

di Filippo Peretti
Referendum, tra vertici e marce su Cagliari

Riunioni politiche per trovare intese sulla riforma mentre monta la protesta delle Province abrogate

14 maggio 2012
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CAGLIARI. Oggi quattro vertici politici e sindacali per scongiurare il caos istituzionale e amministrativo dopo il referendum che ha abrogato le Province di Olbia-Tempio, Ogliastra, Medio Campidano e Carbonia-Iglesias. Le riunioni sono quelle convocate dalla giunta regionale di Ugo Cappellacci, del Pd, dei Riformatori e di Cgil, Cisl e Uil. E intanto monta la protesta nelle Province abrogate.

Marcia su Cagliari. L’iniziativa decisa dell’ente di Olbia-Tempio in segno di protesta è stata proposta alle altre tre Province. Senza una riunione preparatoria, l’appuntamento dovrebbe tenersi venerdì: una marcia e una manifestazione davanti al palazzi della Regione per difendere gli enti intermedi.

Consultazioni della giunta. Dopo il vertice tecnico di venerdì tra i dirigenti della presidenti e degli assessorati alle Riforme e agli Enti locali, Cappellacci aveva annunciato di voler consultare i partiti di maggioranza e di opposizione per trovare una «soluzione condivisa» in grado di raccogliere «con coerenza» le indicazioni scaturite dai referendum. Una soluzione in grado di evitare paralisi amministrativi nei territori delle Province abrogate e nell’attuazione di numerose leggi che fanno riferimento agli otto territori provinciali: si pensi ai confini delle Asl, alla legge elettorale regionale. E per chiarire subito il principio dell’appartenenza di ogni Comune a una Provincia. L’idea prevalente nella giunta è di commissariare le 4 Province abrogate.

Il Pd al lavoro. L’idea della giunta non piace ai democratici. Il segretario Silvio Lai, che venerdì ha riunito parlamentari e consiglieri regionali, ritiene chetutti e otto gli organismi provinciali debbano andare avanti in attesa dell’approvazione della legge di riforma. Una legge, ha spiegato il segretario del Pd sardo, che metta al centro il ruolo dei Comuni con una disciplina più chiara del sistema delle Unioni. Un gruppo di lavoro del partito lavorerà da oggi per alcuni giorni per elaborare una proposta di riforma che affronti anche l’emergenza. Domani la conferenza dei capigruppo del Consiglio regionale farà il punto dopo aver affidato ad alcuni giuristi il compito di studiare

Vertice sindacale. Le segreterie regionali di Cgil Cisl e Uil del settore della funzione pubblica si riuniscono questa mattina per esaminare il caso Province per quanto riguarda il problema del personale. Da parte delle istituzioni e delle forze politiche, infatti, non c’è ancora una proposta sui dipendenti delle Province abrogate dal voto popolare. I lavoratori a tempo indeterminato e i precari hanno manifestato grandi preoccupazioni. I posti di lavoro (almeno quelli stabili) non sono a rischio, ma ci sono ipotesi di trasferimenti in altre istituzioni. E in quali tempi si realizzeranno? È una delle domande che i vertici sindacali vogliono porre con urgenza alle istituzioni. Anche per Cgil Cisl e Uil è necessario andare al più presto verso una legge di riordino dell’intero sistema degli enti locali.

Riunione dei Riformatori. Oggi pomeriggio si riunisce il coordinamento regionale dell’unico partito che fa parte in modo organico del movimento referendario. «Il Consiglio regionale – ha dichiarato Michele Cossa – ha una grande occasione per riformare la Sardegna. I «I partiti e i gruppi stanno elaborando in questi giorni le proposte da portare per aprire la discussione sulle riforme; proposte importanti che, al di là degli schieramenti e degli steccati politici, dimostrano che la politica ha capito che i sardi vogliono una Sardegna e una Regione diversa, senza sprechi e vicina ai cittadini e alle imprese». I Riformatori sono stati contestati sia dall’Unione Province sia da altri partiti per aver sostenuto i referendum ma non aver elaborato una soluzione per gestire il dopo voto. «Noi – ha spiegato Cossa – appoggeremo tutti i tentativi e darermo il nostro apporto concreto a ogni proposta riformatrice, che vada nel solco e nella direzione indicata dai referendum». Pe questo motivo oggi il gruppo consiliare, secondo quanto annunciato nei giorni scorsi, presenterà una proposta di legge per l’eliminazione dei consigli di amministrazione nelle agenzie e negli enti regionali.

La linea dell’Idv. In linea con le iniziative popolari realizzate con la raccolta di firme in tutta Italia, il partito di Antonio Di Pietro chiede che il dibattito politico del dopo referendum su concentri su un punto preciso: «Vanno abolite tutte le Province, sia quelle nuove di istituzione regionale, sia quelle storiche». Il segretario sardo dell’Idv, Federico Palomba, ha comunicato che la segreteria ha ribadito la linea ormai consolidata: «Occorre procedere contestualmente a livello parlamentare e a livello regionaleper arrivare a un sistema di autonomie locali che si regga sui Comuni, singoli e associati». i L’Idv ha espresso anche «contrarietà alla nomina di un commissari nelle Province abrogate e all’accorpamento con le vecchie Province, anch’esse delegittimate dall’espressione del voto popolare». Occorre, quindi, una fase «transitoria» per realizzare la riforma complessiva del sistema degli enti locali, fondato «su efficienza e abolizione di qualsiasi spreco di risorse pubbliche».

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