La Nuova Sardegna

Cagliari

Dopo il referendum, un accordo per abolire le otto Province

di Filippo Peretti
Dopo il referendum, un accordo per abolire le otto Province

Vertice maggioranza-opposizione sulla riforma complessiva degli enti locali, ma è scontro sulla norma transitoria

23 maggio 2012
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CAGLIARI. Nella gran confusione del dopo referendum per il rischio del caos amministrativo, ieri alle 21, al termine di un vertice di sette ore tra maggioranza e opposizione, la politica ha finalmente trovato un accordo: saranno abolite non quattro ma tutte e otto le Province, non fra tre anni ma entro due mesi. Lo scontro sull’immediato, cioé sulla norma transitoria che deve accompagnare la promulgazione dei risultati del voto del 6 maggio, è invece rimasto inalterato e sarà affrontato oggi prima in un nuovo vertice e subito dopo dalla commissione Autonomia. E’ stata una nuova giornata di forte tensione.

Arriva il parere dei giuristi. In mattinata, i quattro esperti (Benedetto Ballero, Pietro Ciarlo, Luigi Contu e Andrea Deffenu) hanno depositato in venticinque pagine di carta legale il parere richiesto dalla presidente del Consiglio regionale, Claudia Lombardo, parere che avevano anticipato per grandi linee la settimana scorsa alla conferenza dei capigruppo. In estrema sintesi: l’abrogazione delle 4 nuove Province (Olbia-Tempio, Ogliastra, Medio Campidano e Carbonia-Iglesias) trascina anche quelle di Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano per l’annullamento dei confini. Si bloccherebbe l’intera amministrazione perché sono centinaia le norme di legge che fanno riferimento alle otto Province. Gli organismi dei quattro enti storici potrebbero sì restare in carica ma senza adottare alcun atto e sarebbe illegittimoil commissariamento ipotizzato da Ugo Cappellacci. Ci sarebbero sanzioni di carattere penale, civile e contabile e persino violazioni costituzionali, tali da provocare lo scioglimento degli organi (presidente, giunta e consiglio) della Regione. I giuristi hanno concluso: «Serve una legge transitoria».

Il vertice politico. Per esaminate il parere e cercare la via d’uscita la conferenza dei capigruppo e cercare la soluzione la conferenza dei capigruppo è rimasta riunita dalle 13 sino alle 21 con una breve pausa. La seduta della commissione autonomia è stata rinviata a oggi. Due le ipotesi: una la proroga di due mesi delle otto amministrazioni per fare la riforma che sciolga tutte le Province, le trasformi in una sorta di Unioni di Comuni guidate da sindaci. L’altra è quella di fare una leggina che consenta a Cappellacci, che venerdì deve promulgare l’esito dei referendum, di pubblicare il decreto entro 60 giorni in attesa della riforma.

Le proteste. Davanti a Villa Devoto si è svolta la manifestazione dei dipendenti delle nuove Province. Ma Cappellacci non ha ricevuto la delegazione.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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