La Nuova Sardegna

Cagliari

Il futuro delle Province, al giudice la prossima mossa

di Filippo Peretti
Il futuro delle Province, al giudice la prossima mossa

Dopo i referendum. Con il voto del Consiglio regionale che ha spostato la decadenza a febbraio 2013 la partita si risposta sul ricorso Ups

26 maggio 2012
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CAGLIARI. La legge che fa slittare di nove mesi l’abrogazione delle nuove Province e che prevede la soppressione anche di quelle “storiche” è stata promulgata ieri mattina da Ugo Cappellacci. Il presidente della Regione, dopo alcune settimane in cui ha evitato di comparire e di parlare di questi temi, ha contempo firmato la promulgazione di tutti i referendum del 6 maggio. Ora la partita politica si sposta sulla riforma generale del sistema degli enti locali (da approvare entro il 31 ottobre) e sul ricorso presentato dalle Province al tribunale civile di Cagliari (prima udienza il 18 ottobre). Nel frattempo c’è chi pensa, come Paolo Maninchedda, che «tanto gli organismi ora prorogati resteranno tutti in carica sino al 2015». E c’è chi, come il presidente di Carbonia-Iglesias, Salvatore Cherchi, che si era dimesso dopo la vittoria dei Sì, di ritornare al proprio posto su pressione del Pd, dei sindacati e delle opposizioni.

Cappellacci esce dal silenzio. Dopo aver cavalcato i referendum, il governatore è uscito di scena evitando di proporre soluzioni al «caos amministrativo» che sarebbe stato provocato dall’abrogazione delle nuove Province e alla fine persino disertando la seduta del Consiglio regionale. Ieri ha firmato le promulgazioni e ha diffuso attraverso le agenzie una dichiarazione per dire che con il voto «i cittadini hanno dato un grande impulso» e ora spetta alla politica e alle istituzioni democratiche «dare risposte coerenti».

La legge in vigore. Approvata con 56 Sì e 6 No (i Riformatori, che però ieri cantavano vittoria), il provvedimento votato dal Consiglio regionale giovedì notte sarà pubblicato sul Bollettino ufficiale elettronico. Come si legge nella scheda a destra, prevede che si faccia prima il riordino degli enti locali entro il 31 ottobre, quindi la consultazione di Comuni e popolazioni (entro il 31 dicembre) e infine lo scioglimento di tutte le Province da trasformare in Unioni di Comuni. Nel frattempo restano in carica gli attuali organi: presidenti, giunte e consigli provinciali.

Il ricorso dell’Ups. Ieri il presidente Roberto Deriu ha detto che l’azione giudiziaria va avanti. «La legge approvata dal Consiglio regionale – ha spiegato – disciplina gli effeti prodotti da referendum per noi illegittimi. È quindi giusto attendere il parere dei giudici». La settimana prossima ci sarà un’assemblea generale dei consiglieri provinciali, alla quale parteciperà il presidente nazionale dell’Upi, Castiglione. «Dalla lettura della legge – ha detto Deriu – il Consiglio sembra aver preso atto che, rispetto all’ipotesi dei commissariamenti, la proroga era inevitabile perché gli organismi delle Province non possono essere toccati con quella procedura e secondo l’attuale legislazione nazionale e regionale».

I dubbi di Maninchedda. Per lo stesso ragionamento, il presidente della commissione Autonomia ha fatto una scommessa: «Vedrete che tutte le amministrazioni provinciali attuali resteranno in carica sino al 2015». L’esponente sardiata aveva presentato un emendamento non per il commissariamento ma per l’immediato scioglimento degli orgamismi e la consegna dei poteri delle Province alle assemblee di sindaci.

L’Idv si dissocia. Il vice segretario regionale Salvatore Lai ha detto che la proroga è stata un errore: «Non possiamo accettare – ha affermato – che il regime transitorio duri nove mesi. In questo hanno gravi responsabilità il presidente Cappellacci e il partito dei Riformatori».

Udc: «Regola da rispettare». Il capogruppo che ha scritto l’articolo di legge sulle Province è Giulio Steri. «Non c’erano altre strade, è vero che bisogna fare in fretta – ha spiegato – ma è soprattutto vero che bisogna rispettare le procedure previste dalla Costituzione e dallo Statuto». E ha aggiunto che «sarà molto complesso il lavoro sul trasferimento delle competenze attualmente esercitate dalle Province. Se si sbaglia, si rischia di aumentare anche i costi».

Pd: «Elettori rispettati». La volontà popolare «è sovrana», ha detto il capogruppo Giampaolo Diana: «Ora abbiamo l’occasione di fare una grande riforma e dobbiamo farla bene». Diana ha rinnovato dure critiche a Cappellacci: «Le sue scelte sono state del tutto irresponsabili, ha dimostrato ancora una volta di non avere senso delle istituzioni».

Cherchi ritira l’addio. Pressato da una folta assemblea di politici di tutti i partiti, Salvatore Cherchi (Carbonia-Iglesias), dimessosi dopo la vittoria dei Sì al referendum, viaggia verso il ritorno alla presidenza.

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