La Nuova Sardegna

Cagliari

Niente energia elettrica, tenta il suicidio

Niente energia elettrica, tenta il suicidio

In via Flumentepido nella scuola occupata un uomo cerca di morire. Giorni fa la moglie ha fatto lo stesso gesto

03 giugno 2012
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CAGLIARI. Tenta il suicidio perché non gli allacciano la corrente elettrica e la sua famiglia è al buio. Gli agenti della squadra Volante diretta da Gianfranco Murgia assieme ai vigili del fuoco venerdì sera hanno vestito i panni degli assistenti sociali per scongiurare il gesto estremo di un padre ma soprattutto per tentare di mettere fine a una sorta di dramma a puntate cominciato qualche giorno fa quando la moglie ha tentato il suicidio per lo stesso motivo: l’Enel non allaccia la corrente nella dimora di una famigliola composta dai genitori, una nonna e un ragazzino. Il punto è che la dimora non è un casa i cui proprietari o affittuari sono indigenti e non possono pagare la bolletta della luce, la dimora è una scuola media inutilizzata, quella, appunto, di via Flumentepido, che la famigliola disperata ha occupato e che ha cominciato a considerare propria apportando anche modifiche alla distribuzione degli spazi interni. La luce non l’hanno mai ottenuta, la situazione è diventata molto disagevole e qualche tempo fa la donna ha tentato il suicidio che è stato sventato dall’arrivo dei vigili del fuoco e poi degli agenti della squadra Volante. La scena si è ripetuta venerdì sera, sotto gli occhi degli abitanti della zona che si sono affacciati per assistere alle trattative con l’uomo che su un cornicione si voleva buttare. I vigili del fuoco avevano steso un telone, due agenti si sono avvicinati il più possibile per trattare, alla fine l’hanno convinto e, poi, dopo una conversazione con lui e con la moglie, hanno deciso di consigliare ai due coniugi una consulenza psichiatrica: la loro situazione li ha portati a una condizione di disagio estremo e quindi gli agenti li hanno accompagnati al servizio di psichiatria dell’ospedale Santissima Trinità.

La soluzione non presenta molti sbocchi: la famiglia è abusiva, non riesce a trovare una sistemazione diversa. Di recente aveva attirato l’attenzione perché nel giardino della scuola era stata installata una piscina di plastica. Il motivo addotto da i due coniugi è che la madre di lei ha bisogno di fare un’attività di riabilitazione.

Il servizio sociale è impegnato a cercare una soluzione. L a scuola è in disuso ma non può diventare casa da occupare, non ha i requisiti, eventualmente deve essere destinata ad altra funzione. L a discussione è aperta, la soluzione ancora lontana.

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