La Nuova Sardegna

Cagliari

Consiglio regionale, tutti uniti per difendere l’industria

di Alfredo Franchini
Consiglio regionale, tutti uniti per difendere l’industria

Cappellacci annuncia: «Ci sono due multinazionali interessate all’alluminio». L’assemblea si riunirà in modo permanente sulle vertenze aperte col governo

29 agosto 2012
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CAGLIARI. «L’impegno che prendo è quello di non mollare». Lo dice il presidente della giunta, Cappellacci, quando il Consiglio regionale, ieri sera, approva la mozione unitaria (66 sì) per la difesa di Alcoa, la multinazionale americana che vuole lasciare l’isola dopo aver intascato nel corso degli anni due miliardi di euro di incentivi. Consiglio e giunta ritrovano l’unità con la mozione approvata da tutti anche se non sono mancate le critiche all’operato della giunta. Come, ad esempio, quando Cappellacci ricorda le volte in cui l’esecutivo “ha messo in mora lo Stato” e Paolo Maninchedda replica in modo scherzoso: «Presidente, lei mi ricorda un compagno di scuola che chiedeva sempre di “essere tenuto” per non picchiare. Io non la tengo più, ma lei sta sbagliando”.

La mozione approvata dall’assemblea, oltre a impegnare la giunta Cappellacci a perseguire “con ogni mezzo politico, normativo, finanziario e legale gli obiettivi e scongiurare la fermata degli impianti di Alcoa”, prevede anche che il Consiglio sia convocato in modo permanente “sino all’acquisizione delle necessarie garanzie di prosecuzione dell’impianto almeno sino al 31 dicembre, inteso come termine minimo per la verifica delle manifestazioni di interesse all’acquisto dello stabilimento Alcoa”. La vertenza Alcoa vale 1.500 posti tra diretti e indiretti e la Sardegna non può permettersi di perderli. Ma la questione industriale non si esaurisce certo qui: stamani il Consiglio regionale riprenderà i lavori dalla Carbosulcis, la società chiamata a compiere un progetto del tutto innovativo, usando il carbone con una centrale a emissioni zero, ma in realtà abbandonata da anni al suo destino. Stamani sarà approvato un Ordine del giorno, (anche questo sarà unitario), per far pressione sul governo Monti. (I ritardi sono innumerevoli, manca l’autorizzazione dell’Ue e la Regione temporeggia sul bando internazionale). Ieri, in aula, la giunta ha ricapitolato, con le parole dell’assessore Alessandra Zedda, la recente storia delle nostre fabbriche. Una storia comune, tanto che la vertenza Alcoa e la questione Sulcis sono state definite «vertenze di un’intera regione». Alla fine Cappellacci ha dato una notizia, rimasta peraltro a metà: oltre a Glencore ci sarebbero altre due multinazionali interessate all’acquisto degli impianti Alcoa. In sostanza, senza dire niente a nessuno e nemmeno ad Alcoa, la Regione – ha annunciato il presidente – ha svolto un’attività di scouting. Cappellacci, però, non ha fatto i nomi e si è limitato a dire che «i contatti con due multinazionali, oltre a Glencore, meritino un approfondimento. Non ci accontentiamo e la data di scadenza per lo spegnimento degli impianti deve slittare perché ci sono novità rappresentate in primo luogo dal gruppo Glencore che ancora oggi manifesta una disponibilità. Non ci spaventa il confronto o la possibilità di scontro con il governo».

E scontro sarà anche con l’Enel a cui la Regione, ha detto Maninchedda, ha regalato tutto. In serata, l’Enel ha diffuso un documento per replicare alle accuse ricevute dai lavoratori di Alcoa: «L’Enel sta onorando il suo contratto per acquisire carbone dalle miniere del Sulcis», si legge nel documento, «per quanto riguarda il progetto Carbosulcis, si ricorda che la Regione ha la responsabilità di promuovere un bando di gara internazionale per l’assegnazione del progetto. Per questo Enel non può essere un interlocutore privilegiato».

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