La Nuova Sardegna

Cagliari

I vescovi dell’isola: «Il Papa ha stupito tutti ancora una volta»

di Mario Girau
I vescovi dell’isola: «Il Papa ha stupito tutti ancora una volta»

Da ogni diocesi della Sardegna un coro di apprezzamento. Atzei: «Verità su se stesso e libertà a beneficio della Chiesa»

12 febbraio 2013
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CAGLIARI. Tra i vescovi sardi sorpresa e rispetto per la decisione, inattesa, ma non imprevedibile, di Benedetto XVI.

«Fui personalmente molto colpito dalla generosità con cui - dice monsignor Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari - il cardinale Joseph Ratzinger, che aveva chiesto più volte a Giovanni Paolo II di poter tornare ai suoi studi di teologia, aveva accettato l'elezione a Sommo Pontefice. Ora un gesto altrettanto coraggioso e carico di insegnamento!». Un gesto, secondo il presidente dei vescovi sardi, che richiede grande determinazione, grande distacco dalle attività in corso e dai progetti aperti e «mostra una persona non avvezza a trascinarsi o a lasciarsi trascinare dagli eventi, ma decisa ad affrontare le situazioni mettendo in gioco tutta la propria vita».

Monsignor Paolo Atzei, arcivescovo di Sassari, è rimasto letteralmente sorpreso: «Mai vista una simile decisione in oltre mezzo millennio». «Però provo una grande e commossa ammirazione per il gesto coraggioso di verità del Papa su se stesso e di libertà a beneficio della Chiesa. Dobbiamo - dice il presule turritano - rendere grazie a Dio per questi otto anni di pontificato di Benedetto XVI. Ora guardiamo al futuro con fede serena, perché la Chiesa è di Cristo».

Anche nelle parole di monsignor Ignazio Sanna (arcivescovo di Oristano legato a Benedetto XVI da vincoli di amicizia e di stima per la condivisone sincera di lavoro e di ideali) emozione, rispetto, preghiera: «Emozione per un annuncio inaspettato. Rispetto per una decisione che rivela la grande nobiltà di un uomo di Dio. Papa Benedetto XVI aveva messo la sua vita e la sua straordinaria preparazione teologica ed ecclesiale a servizio della Chiesa universale. Nel momento in cui si è reso conto - dice il presule oristanese - di non essere più in grado di svolgere con dignità il ministero di pastore e guida della Chiesa universale ha deciso con coraggio e umiltà di affidare alla Provvidenza il futuro della Chiesa. Il terzo e più importante sentimento è la preghiera».

Monsignor Sebastiano Sanguinetti (vescovo Tempio): «La commozione e un certo sconcerto del primo momento si trasformano immediatamente in un forte richiamo a tutti, fedeli e pastori, perché questo luminoso esempio di serena accettazione della propria fragilità fisica, unito a un amore sconfinato e a una dedizione totale alla Chiesa, possa tradursi in un autentico movimento di rinnovamento dei cuori e in una possibilità di ancora più decisa testimonianza al mondo».

Mauro Maria Morfino (vescovo Alghero-Bosa). «A Papa Benedetto, evidentemente, non interessano tanto la sua persona, il suo "status" e il suo futuro quanto la volontà di Dio e il bene della Chiesa. Colgo perciò la portata profondamente credente nella sua decisione. Nell'Anno della fede, papa Benedetto - aggiunge il vescovo salesiano - ha posto un gesto di fede credibile, eloquente, profetico. La sua scelta, infine, mi pare rimandi, e a colpo sicuro, al coraggio di riformare a partire da se stessi. Una decisione, quella di Benedetto XVI, che ha tutto il sapore di un vero e proprio atto magistrale».

Per monsignor Antioco Piseddu vescovo d'Ogliastra, «la domanda fondamentale che il fedele si pone è quella di poter comprendere il perché di questi avvenimenti: vorremmo capire il disegno di Dio per la sua Chiesa nell'oggi e nel futuro». «Gesù – continua – ha promesso, fino alla fine dei secoli, il suo aiuto anche nelle più gravi difficoltà. La risposta verrà percepita, nel mistero della fede, attraverso gli avvenimenti che si susseguiranno e le scelte circa il suo successore».

Monsignor Giovanni Dettori (vescovo Ales): «Sono dimissioni che corrispondono alla personalità di questo pontefice, forte, ma anche semplice, colto e nello stesso tempo umile. Nella visita ad limina fatta cinque anni fa incoraggiò noi vescovi sardi ad essere molto uniti e orgogliosi della nostra identità».

Monsignor Tarcisio Pillola (vescovo emerito di Iglesias): «Quando fu eletto, molti giornali scrissero che questo Papa ci avrebbe meravigliato. L'ultima sorpresa ci è venuta dalle dimissioni. Una decisione sicuramente sofferta che ha avuto pochi precedenti nella storia della Chiesa ed è stata dettata non dalla paura della sofferenza, che ogni pontificato comporta, ma dallo scrupolo di non poter servire la Chiesa con la vitalità necessaria».

La rinuncia del Papa al suo mandato avrà inevitabilmente un risvolto nel programma immediato dei vescovi sardi. I presuli si apprestavano alla Visita ad Limina, per il prossimo 14 marzo, che automaticamente viene annullata. «Valuteremo in sede di conferenza episcopale, che si terrà oggi a Oristano, se e come eventualmente svolgere il previsto pellegrinaggio regionale per l'anno della fede in concomitanza con la visita», spiegano in conclusione i vescovi sardi .

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