La Nuova Sardegna

Cagliari

La danza di frati e suore, flash mob francescano a Cagliari

La danza di frati e suore, flash mob francescano a Cagliari

I francescani ora vanno a cercare i ragazzi dove stanno: al mare, in discoteca, a scuola e in piazza per improvvisare incontri in allegria - VIDEO

08 aprile 2013
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CAGLIARI. Si chiama Missione giovani, ma non ha niente a che vedere col terzo mondo. Stavolta i frati e le suore francescani hanno scelto il corto raggio: piazze, scuole, università, locali, discoteche, spiagge, qualsiasi luogo dove si trovino ragazzi per improvvisare incontri in allegria, fra canti e balli, i seguaci del santo di Assisi con le tonache al vento e suore anche attempate, tutti a danzare insieme.

Ieri mattina il primo flash mob cagliaritano, al porticciolo di Marina Piccola: riuscitissimo. Quasi una festa sul battuto in cemento della passeggiata all’aperto malgrado il cielo volgesse al grigio, uno spettacolo fuori dall’ordinario che ha finito per coinvolgere anche i meno giovani. Non certo un rave, perché il promoter padre Vito D’Amato è uno che ama i paradisi ma non quelli artificiali. La musica però c’era, di taglio religioso, comunque tosta. Ed è stata quella a dare il ritmo a questo raduno nel segno di San Francesco, il frate che amava la natura e le sue creature, tutti gli animali.

«Verremo a trovarti proprio nei posti che frequenti perché c'è qualcuno che aspetta proprio te – annuncia un titolo nella pagina facebook di Missione giovani – non perdere l’occasione per fare un nuovo incontro che può cambiare la tua vita». Detto e fatto. Il programma è definito: sino al 14 aprile movida scatenata nel nome del Signore, un occhio al cielo e uno al mixer, allargata a locali d’intrattenimento. Tollerata la birra purché in dosi moderate, ma niente additivi vietati dalla legge celeste e terrena. Ieri il secondo appuntamento è saltato, sia pure in parte: il luogo prescelto era piazza Yenne, happening perenne per via delle decine di locali. Ma la polizia urbana ha fermato la musica dopo pochi minuti: mancava l’autorizzazione. È il regolamento, nessuna deroga neppure per chi ha connessioni alte. Poco male: padre Vito ha sorriso di fronte al contrattempo e dopo un giro notturno nei locali del centro è già impegnato a organizzare la prossima tappa.

Si va avanti, come già è avvenuto a Bologna e in altre città della penisola. Protagonista ancora la musica: «Canti religiosi – ha spiegato padre D’Amato – ma molto ritmati. I balli? Molto semplici da ripetere e coinvolgenti, stiamo andando dove sono i giovani per far conoscere loro il Signore». Senza guardare l’orologio: «Stanotte abbiamo fatto il giro dei locali cagliaritani – ha spiegato padre Vito – e chiaramente abbiamo scelto gli orari di maggior afflusso. Le reazioni? Molto positive: c’è stata molta attenzione e grande coinvolgimento. Continueremo – assicura il francescano – anche domani sera nei locali del centro». Non solo musica e balli, naturalmente: «Invitiamo i ragazzi a parlare della loro vita – ha aggiunto padre Vito – e ci vuole poco a far cadere i pregiudizi che qualcuno ha su di noi. Ci ascoltano, parliamo del Signore, è una bella cosa».

Strano vedere questa banda di religiosi, molti giovanissimi, alcuni arrivati apposta da Assisi, infilarsi agilmente nella folla del Jackye O, dello Zero, dei templi dello sballo serale giovanile di Cagliari. Una sorta di contaminazione, certo un modo alternativo di fare proselitismo e di proporre un dialogo dai contenuti inattesi: «All’inizio pensano che siamo finti, una specie di mascherata. Poi capiscono e ci accolgono con simpatia». D’altronde San Francesco è un buon lasciapassare, non ha un account twitter ma conserva una buona immagine mediatica, rinverdita e attualizzata dalla scelta del papa argentino di assumere quel nome così ricco di significati. Certo Francesco amava il suo eremo e il silenzio, ma erano altri tempi. (m.l)

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