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Cagliari

La cavalcata delle compagnie low cost

La cavalcata delle compagnie low cost

L’Enac: nel 2012 il traffico da e per la Sardegna ha sfiorato i sette milioni di passeggeri. In calo Alitalia e Meridiana

29 aprile 2013
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CAGLIARI. Sette milioni di passeggeri da e per la Sardegna nei voli aerei, ma il 2012 non è stato un anno eccezionale. A rivelare il numero e la sensazione della crisi, è il libro bianco sugli aeroporti nazionali pubblicato in questi giorni dall’Enac, l’ente di controllo del traffico aereo. Rispetto al 2011, Cagliari-Elmas è in calo del 3,02 per cento rispetto al 2011, con circa centomila passeggeri in meno. L’Olbia- Costa Smeralda è crollato nei movimenti (-21,17 per cento), anche se il numero di passeggeri è aumentato: da 1.816.950 (2011) a 1.830.748 (l’anno scorso), con un 1,20 per cento in più. Fra i tre, Alghero è l’unico che ha un doppio segno più: nei movimenti (0,4) e anche nei passeggeri: da un milione e 511 mila a un milione e 512 mila (+0,08). Comunque si leggano le cifre, i segnali della crisi sono evidenti e lo sono ancora di più se il confronto è assoluto sul territorio nazionale: quasi 2 milioni di passeggeri in meno – dice l’Enac – sono transitati negli aeroporti italiani da un anno all’altro, con il solo Roma-Fiumicino che ha avuto un calo di quasi due punti percentuale. Ma non tutti piangono, anzi c’è chi sorride alla grande: sono le compagnie low cost. Secondo le tabelle, fra il 2009 e il 2012 hanno registrato un tasso di crescita passeggeri dell’80 per cento sul traffico nazionale assoluto e del 53 sulle rotte nazionali. Exploit impensabili fino a pochi anni fa, ma ormai è chiaro che i cieli italiani sono diventati fra i più battuti dalle compagnie low cost, Ryanair e EasyJet in testa. Gran parte della colpa del crollo è di Alitalia e Meridiana, le prime due major italiane. La prima continua a convivere con una situazione societaria sempre più intricata e pare essere in attesa solo di essere salvata da chi è oggi socio di minoranza, il gruppo Air France-Klm, ma che molto presto potrebbe disarcionare le famiglie italiane (Colaninno in testa) dell’ormai storico salvataggio nazional popolare dell’era Berlusconi.

Della crisi di Meridiana si sa tutto o quasi tutto. Dopo il fallimentare matrimonio con Air Italy del comandante Gentile, liquidato con un corposo assegno, e l’uscita dalla Borsa, la compagnia dell’Aga Khan è alle prese con un drastico piano di riassestamento, in cui la cassa integrazione è ormai l’unica scorciatoia per evitare il crollo definitivo o la vendita, e in questo caso più che Alitalia al “pacchetto” potrebbe essere interessata Lufthansa. Nel frattempo – sempre secondo l’Enac – le quote delle low cost nei tre aeroporti sardi continuano a crescere. Nel 2012, ad Alghero, gli irlandesi di Ryanair e gli inglesi dell’EasyJet fra arrivi e partenze hanno trasportato 990mila passeggeri, contro i 522mila delle compagnie tradizionali, con una quota di mercato pari al 65,5 per cento contro il 34,5 della concorrenza. Anche a Cagliari c’è stato il sorpasso, nonostante i voli in continuità territoriale: un milione e 800 mila passeggeri per le low cost, un milione e 666 mila imbarcati da Alitalia e Meridiana. A resistere è solo Olbia (un milione e 200 mila passeggeri per le compagnie tradizionali, 629 mila quelli che viaggiano a basso costo) ma solo perché Meridiana è anche proprietaria dell’aerostazione e quindi continua a chiudere le porte a Ryanair. Certo, i numeri non dicono che lo spaventoso incremento è in gran parte dovuto ai contratti di co-marketing fra le società di gestione degli aeroporti di Cagliari e Alghero con le low cost. Sono quelli incentivi (o minor costi) su cui indaga da tempo l’Antitrust europeo e bisognerà vedere se in caso di condanna – che andrebbe interpretata come concorrenza sleale – Ryanair e le altre consorelle continuerebbero a rimanere in Sardegna. Sta di fatto che Alitalia e Meridiana da anni sono sotto pressione e non riescono a tenere più testa agli avversari. Figuriamoci quale potrebbe essere il tracollo se la compagnia irlandese, come ha proposto, dovesse entrare nel business della continuità territoriale. Il bando è stato appena pubblicato e diverse sorprese sono annunciate. (ua)

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