La Nuova Sardegna

Cagliari

Il “cappellino magico” per i non vedenti

Il “cappellino magico” per i non vedenti

Presentati 2 strumenti che rilevano gli ostacoli: realizzati dagli studenti dell’Itis Giua in collaborazione con l’istituto Ierfop

18 maggio 2013
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CAGLIARI. L’Itis Giua e Ierfop insieme. La creatività degli studenti incontra l’ente impegnato da 25 anni nella formazione e nascono piccoli prodigi tecnologici al servizio dei disabili.

Due dispositivi per facilitare l'autonomia dei non vedenti, realizzati dagli studenti dell'Itis Giua in collaborazione con Ierfop, ieri sono stati presentati per la prima volta al pubblico. Il primo dispositivo, S-MAR-3D, è un cappellino che ospita a bordo tre sistemi sonar differenti capaci di localizzare e rilevare la presenza e la posizione di un ostacolo, a terra (come un gradino o una buca) oppure nello spazio (pali, muri, etc). Il cappellino utilizza un complesso sistema Imu per la correzione inerziale dovuta alle oscillazioni della testa e comunica i pericoli al non vedente attraverso delle vibrazioni .

Il secondo dispositivo, la “Gemma sonica”, è un ciondolo da portare al collo e permette di localizzare ostacoli (alti o bassi) attraverso una vibrazione direttamente proporzionale alla vicinanza degli ostacoli . Un dispositivo più semplice, ma anche più elegante e meno “invasivo” del precedente che offre una protezione da urti accidentali contro oggetti di ogni genere (muretti anche bassi, pali, cartelli etc.).I due ausili tecnologici sono stati realizzati dagli alunni Francesca Banchiero, Margherita Pinna, Matteo Monni, Andrea Picchiri, Samuele Deriu, Raffaele Tinti, nel corso del laboratorio Hilab diretto dal prof. Antonello Zizi.

L’Itis Giua è una realtà d’eccellenza nel panorama scolastico nazionale e internazionale, grazie alle invenzioni degli studenti che hanno ottenuto un gran numero di riconoscimenti , dal gommone solare, a Gavin 1.0, il robot giocatore di morra che ha spopolato in mezza Italia e ha trovato particolare successo in Sardegna, isola di appassionati cultori di questo sport popolare, sempre regolarmente battuti nel confronto di piazza dal robot costruito dai ragazzi del Giua .

Il progetto che ha portato alla realizzazione dei due dispositivi si è sviluppato attraverso un confronto tra i ragazzi e le persone non vedenti, destinatarie degli strumenti. «Siamo convinti – ha detto il dirigente scolastico del Giua, Gian Paolo Meloni – che la scuola debba promuovere una cultura che tenga conto del sociale e del lavoro. Per questo siamo orgogliosi che i nostri allievi prestino attenzione ai più deboli». Il presidente Ierfop, Raffaele Farigu e il direttore, Bachisio Zolo, hanno sottolineato l’importanza della collaborazione tra i due istituti, «nella convinzione – ha detto Farigu – che la formazione e l’istruzione rappresentino due elementi fondamentali per tutti, ma che per i disabili costituiscono un fattore imprescindibile di emancipazione e integrazione».(f.t.)

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