La Nuova Sardegna

Cagliari

Pizzeria raddoppiata sul lungomare, il Comune approva

di Mauro Lissia
Pizzeria raddoppiata sul lungomare, il Comune approva

In costruzione il secondo piano nell’edificio del Nettuno Lavori in una palazzina nonostante il piano paesaggistico

18 giugno 2013
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CAGLIARI. Mentre l’amministrazione comunale progettava un lungomare finalmente sgombro dalle automobili e dai chioschi-bar, gli uffici della Sovrintendenza architettonica e paesaggistica, col via libera parallelo del Comune, hanno autorizzato la trasformazione dell’ex pizzeria-ristorante Nettuno, un vecchio rudere abbandonato, in un enorme edificio commerciale, da vendere così come sarà o in frazioni. Il progetto prevede la costruzione di un nuovo piano, che sembra destinato a raddoppiare la volumetria. Nel cartello di inizio lavori si parla di «ristrutturazione e abbellimento» ma basta dare un’occhiata alle immagini virtuali esposte all’ingresso del cantiere per capire che si tratterà anche di un ampliamento notevole dell’immobile. Non è un intervento abusivo: i nullaosta ci sono. Semmai andrebbe spiegato com’è che gli uffici comunali e quelli ministeriali siano riusciti a trovare il modo per rispettare comunque il piano paesaggistico regionale, che a quella distanza dal mare vieta qualsiasi aumento di volumetria. Il progetto è firmato da Luca Andreoni, l’ingegnere che ha dato il nome all’impresa rimasta impigliata nell’inchiesta giudiziaria sul nuovo stadio di Is Arenas. Mentre l’intermediazione finanziaria è affidata alla Frem Group, il committente è la Fruttital. Ad appena poche centinaia di metri di distanza, in via dei Villini, c’è un altro cantiere, anche questo autorizzato dagli uffici capeggiati dal sovrintendente Gabriele Tola: qui è una palazzina, il cui secondo piano verrà ampliato con la costruzione sul lastrico solare di alcuni locali collegati al piano sottostante da una scala a chiocciola. Il parere favorevole trasmesso dalla sovrintendenza al servizio tecnico del Comune fa riferimento al piano casa - la legge regionale 4 del 2009 - ma non spiega quali sarebbero i valori tutelati dal Codice Urbani, perché non vengono lesi («l’intervento non comporta sostanziali modifiche e non risulta lesivo delle caratteristiche di interesse paesaggistico di cui alla parte terza del decreto legislativo 42 del 2004») e salta a pié pari le prescrizioni da indicare come condizione del via libera. Eppure anche in questo caso, così come in quello del Nettuno, i cantieri si trovano in un’area vincolata, certamente protetta dal piano paesaggistico regionale. Che verrebbe superato, così si intuisce leggendo l’atto, con l’applicazione del piano casa. Un scelta da considerarsi almeno strana considerato che il ministero dei Beni culturali, con una circolare-direttiva trasmessa agli uffici territoriali mesi fa, ha suggerito ai sovrintendenti di non tener conto del piano casa, considerato incostituzionale. Sembra invece che la contestatissima leggina elaborata dall’amministrazione Cappellacci venga utilizzata anche dagli uffici del ministero chiamati a vigilare sulla compatibilità paesaggistica degli interventi immobiliari. Di certo in un Poetto appena salvato dalla presenza ingombrante dei chioschetti non si sentiva il bisogno di nuovo cemento, peraltro autorizzato dallo stesso Comune che sulla spinta della magistratura ha dovuto ripulire la spiaggia dalle costruzioni abusive. I lavori comunque sono in partenza.

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