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Cagliari

Risiko del dispacciamento giochi sporchi sui volumi

Risiko del dispacciamento giochi sporchi sui volumi

L’Autorità scopre un sistema diffuso per far salire i prezzi e distorcere il mercato Ma da quando il trucco viene reso pubblico, i comportamenti diventano virtuosi

15 luglio 2013
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CAGLIARI. Non capita tutti i giorni di leggere nelle specialistiche e accorte delibere dell’Autorità dell’energia il riferimento a un uso «parassitario e indebito del servizio di dispacciamento» riferito alla Sardegna, ma anche questo c’è scritto nella relazione finale che la stessa autorità ha preparato a seguito di una approfondita indagine sulle storture nel mercato. Una indagine decisa a giugno 2012 e resa subito pubblica ( e da luglio le distorsioni come per incanto si sono ridotte di molto...). L’indagine nasce da elementi poco chiari emersi nel corso del monitoraggio della rete, con i produttori, grandi e piccoli che compravano energia in quantità superiore a quella da loro prodotta, per poi rivendere il surplus a caro prezzo. Secondo l’Autorità tutto questo non era dovuto a un errore di programmazione, ma all’uso “disinvolto” delle norme. Terna dal canto suo invece di comunicare ai produttori di ridurre la produzione, l’ha reindirizzata verso il Continente. Questo gioco, secondo l’autorità, è dovuto a due fattori:l’aumento delle rinnovabili non programmabili e la riduzione dei consumi per la crisi. Terna dal canto suo ha definito essenziale per la rete gli impianti di Portovesme e Fiumesanto e da gennaio anche Ottana, ma nella maggior parte del tempo questa è superiore al consumo. Facile inviare questa energia verso la penisola, e in qualche modo distorcere il regolare mercato. Secondo l’Autorità nel documento finale sull’indagine reso pubblico lo scorso mese, prendendo come riferimento giugno 2012, il prezzo dell’energia elettrica sardo è stato di 101 euro a megawatt; in assenza dei comportamenti distorsivi sarebbe sceso a 73, con ricadute sul prezzo medio nazionale di 4 euro, confermati da proiezioni di maggiori oneri per Terna di 1,5 milioni di euro al mese. Da queste pratiche, inutile ribadirlo, a rimetterci sono stati gli utenti, e a guadagnarci, ancora una volta i produttori, grandi e piccoli. (g.cen.)

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