La Nuova Sardegna

Cagliari

Uta, ancora licenziamenti nel cantiere del carcere

Uta, ancora licenziamenti nel cantiere del carcere

I lavoratori di nuovo in presidio: «L’edificio non è finito, si rischia l’incompiuta»

09 dicembre 2013
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CAGLIARI. Si riaccende la protesta dei lavoratori impegnati nella costruzione del nuovo carcere di Uta che venerdì hanno ripreso lo sciopero interrotto martedì scorso.

Questa mattina in quaranta hanno dato vita ad un nuovo presidio davanti all'ingresso del cantiere dell'istituto penitenziario. Chiedono la revoca dei licenziamenti che, con le ultime lettere di questa mattina, sono arrivati a 19 su 43 lavoratori.

«Martedì abbiamo interrotto lo sciopero indetto per il mancato pagamento degli arretrati della cassa edile e abbiamo atteso di venire convocati dall'azienda - ha sottolineato Erika Collu, segretaria territoriale della Fillea-Cgil - non solo non è arrivata alcuna risposta, ma l'azienda ha interrotto le comunicazioni sindacali perché ritiene illegittimo lo sciopero e addirittura continuano ad arrivare le lettere di licenziamento. Qui si rischia di andare tutti a casa prima che venga completata l'opera». Secondo gli operai, infatti, per portare a termine i lavori manca circa un anno. Lo stato di agitazione permane quindi sino alla revoca dei licenziamenti.

«Lanciamo un appello anche alle istituzioni perché non lascino soli i lavoratori», ha aggiunto Erika Collu.

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