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Gigi Sanna: «Sogno un’isola con un fisco amico»

Gigi Sanna: «Sogno un’isola con un fisco amico»

Per il candidato presidente la zona franca è l’unica chance: burocrazia zero e opportunità di lavoro

31 gennaio 2014
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CAGLIARI. «La Zona Franca non è solo un progetto economico ma un progetto politico, culturale e sociale. La Zona Franca vuol dire libertà, toglierci finalmente di dosso quella burocrazia che spegne ogni iniziativa privata e fa mancare l'ossigeno a chi fa impresa. L'eliminazione di dazi e accise porterà subito sollievo alle famiglie che oggi non sanno come arrivare alla fine del mese». Punta tutto sulla Free Zone Gigi Sanna, il candidato alla presidenza della Regione Sardegna con il Movimento, appunto, Zona Franca, alle elezioni del prossimo 16 febbraio. Nato ad Abbasanta 74 anni fa, laureato in lettere e archeologia, professore dal 1967 al 1998 di lingua e letteratura latina e greca al liceo De Castro di Oristano, Sanna non è nuovo alla scena politica. È stato per tre legislature consigliere comunale di Oristano e dal 1989 al 1990 vicesindaco. Dal 1987 al 1990 è stato nominato dalla Regione consigliere di amministrazione della Sfirs. La lista che lo appoggia nasce da una spaccatura all'interno del Movimento per la Zona Franca: da una parte i comitati capeggiati da Maria Rosaria Randaccio che appoggiano il governatore uscente, Ugo Cappellacci, dall'altra il Movimento Zona Franca di Sanna che ha scelto di correre da solo. «Il Movimento non era intenzionato a partecipare alle elezioni. La Randaccio ha deciso, da sola, di fare una lista con Forza Italia di Cappellacci, tradendo quindi il principio fondante del Movimento stesso, quello di essere apartitico - spiega l'aspirante presidente - Da quel momento il Movimento ha deciso di sondare le possibilità di partecipare alle elezioni, e in pochi giorni mi ha convinto di rappresentarlo». Di fatto con i gruppi legati alla Randaccio non ci sono grandi differenze di programma che invece, secondo Sanna, sono evidenti con quello di Cappellacci. «Se prendiamo il punto programmatico principale, la Zona Franca integrale extradoganale, le differenze sono minime - conferma - Molte cose invece ci dividono da Cappellacci rispetto a come interpreta la Zona Franca. Noi la vogliamo per il lavoro, lui vuole solo quella al consumo. Crede di far ripartire l'economia sarda aumentando, con l'abbassamento dell'Iva, i consumi. La nostra ricetta è incentivare con vantaggi fiscali significativi tutto ciò che crea lavoro e togliere accise e Iva ad energia e idrocarburi subito».

Con simpatia e rispetto, il candidato governatore punzecchia gli avversari. «Francesco Devias è per i sardi quello che Eva Klotz è per gli altoatesini - commenta - Separatista più che indipendentista. Magari avessimo un partito popolare sardo come quello altoatesino». Positivo il giudizio su Michela Murgia. «Radical chic? Forse - dice - ma sono etichette che non ci interessano, ha delle buone idee e parla un bellissimo sardo. Onore al coraggio che ha dimostrato partendo mesi fa da sola».

Più duro il leader del Movimento sugli altri candidati. «Ugo Cappellacci: rinviato a “giudizi”, nominato da Silvio, impresentabile capo di impresentabili, il peggior governatore degli ultimi 150 anni e questo dati alla mano», attacca Sanna, che non risparmia critiche nemmeno al candidato del centrosinistra Francesco Pigliaru. «Nominato da Matteo, malcapitato capo di un partito autodefinitosi di capobastoni, dovrebbe essere professore di economia ma se tutti gli economisti trattano le vertenze come lui quella delle entrate sarde, la prossima volta - chiosa - mandiamo qualcuno che ha una bancarella ai mercati generali». Infine una battuta per Mauro Pili: «Deve prima disintossicarsi dal berlusconismo, quando avrà di nuovo credibilità, potrà essere una risorsa importante per la Sardegna». Per Gigi Sanna, creazione della Zona Franca e lavoro sono direttamente collegati: «Chiunque produce nell'Isola parte 10 o 20 metri indietro in una gara sui 100 metri piani - osserva - La Zona Franca e i vantaggi fiscali che ne derivano sono solo una 'discrimine positivà, riequilibrano uno svantaggio che poi con l'eliminazione della burocrazia attrae aziende nuove e convince quelle esistenti a rimanere». E poi punta sui giovani.

«Con la Zona Franca del lavoro - dice - fare esperienze all'estero sarà sempre una cosa positiva, ma dobbiamo poi avere qui un mercato che possa assorbire queste qualificazioni eccellenti. Programmi come 'Master and back' sono sicuramente adeguati ma vista la completa mancanza di opportunità per i nostri giovani, in Sardegna si è trasformato in un programma 'Master never back'».

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