Criminalità, Sardegna isola felice: i sardi si sentono sicuri
Controtendenza rispetto al resto d’Italia dove aumenta la paura. È quanto emerge dai dati di un'indagine Istat
07 marzo 2014
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CAGLIARI. In Italia aumenta la paura per la criminalità ma non in Sardegna, una delle poche regioni in controtendenza. È quanto emerge dai dati dell’indagine Istat su criminalità e sicurezza, rielaborati dall’Osservatorio sulla sicurezza sussidiaria e complementare dell’Assiv-Confindustria. Nel 2013 l’isola ha registrato un calo di un punto, scendendo dal 14,3% al 13,3% della quota di famiglie che dichiarano di temere un aumento del rischio criminalità nella zona in cui vivono. Fra le 22 regioni e province autonome del sondaggio, la Sardegna scende dal 16.mo al 17.mo posto
L’isola migliora anche nella classifica del numero di furti nelle abitazioni, scendendo anche qui dal 16.mo al 17.mo posto. Un calo però solo relativo. In termini assoluti il numero dei furti nella regione è infatti aumentato, passando da 177,2 ogni 100 mila abitanti del 2011 a 206,8 del 2012, anno con i dati più recenti. Quanto alle strategie per difendersi dai ladri di appartamento, in Sardegna come nelle altre regioni, prevalgono i sistemi tradizionali. Al primo posto c’è la richiesta ai vicini di controllare la porta di casa, modalità seguita dal 33% delle famiglie sarde contro una media nazionale del 39,4%, seguita dall’accortezza di lasciare le luci accese quando si esce come fa il 19% delle famiglie in Sardegna rispetto al 23,8% della media nazionale. Inferiore alla media nazionale è invece il collegamento dell’abitazione con la vigilanza privata, a cui ricorre il 2,4% delle famiglie sarde rispetto a una media nazionale del 4,7%. Dove invece la Sardegna prevale sulla media è nella modalità di difesa affidata alle armi: il 4,4% possiede armi non da caccia e l’11,2% armi da caccia, contro rispettivamente il 3,8% e il 7,2% della media nazionale.
