La Nuova Sardegna

Posti letto, tagli per quelli inutilizzati

di Gianfranco Nurra

Il manager della Asl Calamida rassicura il consiglio comunale e promette nuove assunzioni nel prossimo triennio

22 agosto 2013
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CARBONIA. Ridimensionamento dei posti letto complessivi, che passano da 373 a 323, ma nessun rischio di ridimensionamento dei servizi per l’utenza.

Sarebbe questa la fotografia della nuova sanità della Asl 7 e degli ospedali di Carbonia Iglesias dopo le operazioni di razionalizzazione dei posti letto, che, come indicato dalla normativa nazionale e dalle direttive regionali, devono avere un tasso di occupazione media del 75 per cento.

Lo ha spiegato ieri alla commissione sanità di Carbonia il direttore generale Maurizio Calamida, al quale era stato chiesto un incontro informativo sul futuro della sanità del territorio. Lo stesso Calamida evidenzia che sul ridimensionamento non ci sono margini decisionali di manovra in sede locale, ma il manager ha voluto tranquillizzare sulle conseguenze che avrà questa riduzione. «In realtà non si tratta di una cancellazione dei posti letto ma di un loro “congelamento”. E non incidono sulle prestazioni. Sono stati semplicemente ridisegnati i posti letto dei reparti dove il tasso di occupazione era in permanenza al di sotto del 75 per cento. Quelli che scompaiono sono, di fatto, i posti letto che non venivano utilizzati».

Così, a guardare le tabelle, chirurgia pediatrica che aveva 10 posti letto, ma un tasso di occupazione di meno del 17 per cento, scenderà a 5 posti letto, che porteranno ad una occupazione del 40 per cento. Pediatria , che aveva una occupazione del 52 per cento, passa da 16 a 12 , ortopedia da 37 a 30, ostetricia da 46 a 34. Ovviamente, in caso di necessità, i posti letto “congelati” possono essere riattivati senza problemi.

Non si corrono rischi, insomma, di “respingimenti” per mancanza di posti. Rimarranno pressochè identici i reparti di chirurgia, medicina, cardiologia e in generale le specialità che già superano la soglia del 75 per cento di occupazione dei posti letto. Una condizione, questa, che dopo il ridimensionamento diventa una normalità di tutti i reparti, che si allineano alle prescrizioni di legge in virtù di un semplice ricalcalo matematico, senza sconvolgimenti di nessun genere, visto che i posti cancellati erano non utilizzati ma incidevano sulle statistiche di occupazione.

Non si sono neppure contraccolpi sui posti di lavoro e sulla pianta organica. Anzi, a conti fatti il rifare tutti i calcoli ha consentito di scoprire che i 1930 addetti attuali, per ospedali e servizi territoriali, sono di molto inferiori a quelli che dovrebbero essere i numeri della pianta organica.

In teoria mancano all’appello 359 persone, che si prevede (o si spera) di assumere nel prossimo triennio. Resta invece in piedi la filosofia complessiva della gestione della sanità nel territorio. Carbonia, dove verranno concentrati anche oculistica e otorinolaringoiatria, si caratterizzerà sempre più la sua identità come centro per le emergenze, mentre per Iglesias il futuro sembra indirizzarsi verso i servizi di lungodegenza e riabilitazione. In pratica, quelle che sono le previsioni del vecchio Atto aziendale non sembrano modificate, cancellando, almeno per ora, le paure che si levano da più parti su un ridimensionamento drastico delle prestazioni sanitarie a tutto vantaggio – si teme – di un futuro fatto da due poli regionali, Cagliari e Sassari, nel quale la periferia avrebbe poca voce in capitolo. Ma queste sono scelte che passano sopra la testa dei territori e degli stessi manager delle Asl.

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