A rischio, a partire dal 2016, il sistema sanitario. Sergio Chiamparino lancia l’allarme e chiede al governo, a nome delle Regioni, di rivedere il Patto della Salute. I Comuni invece rivendicano 27 milioni per le Città metropolitane, Roma, Firenze e Napoli, ma il sottosegretario agli Affari regionali, Gianclaudio Bressa, fa sapere che questi soldi “non si possono tirar fuori da un cilindro”. I toni sono questi, incontro dopo l’altro. Il governo vede prima i rappresentanti dei Comuni e poi quelli delle Regioni. Sul tavolo, ancora una volta, la Legge di stabilità e il Documento di economia e finanzia, ma l’accordo definitivo non c’è.
“L'intesa sul ‘riparto’ dei tagli al Fondo sanitario nazionale per 2,3 miliardi di euro – spiega il presidente della Conferenza delle Regioni - è stata rinviata di una settimana”. Per quanto riguarda la sanità “per il 2015 la situazione sarà difficile ma sostenibile, invece per il 2016 e per il 2017 potrebbe essere impossibile”. Per questo, aggiunge Chiamparino, chiediamo che “da subito si affronti il tema del Patto della Salute”. I tre emendamenti presentanti dalle Regioni, ad esclusione del Veneto, riguardano la rivisitazione dei Lea (livelli essenziali di assistenza), la ridefinizione del sistema dei ticket e la questione dei farmaci innovativi che va discussa con l’Aifa. Ma Luca Zaia si tira fuori da questa ipotesi di intesa su cui impostare i tagli alla sanità: “Il Veneto resta sulle barricate – dice - e farà tutto quanto legittimamente possibile per evitare questo scempio”.
Lavori in corso anche per quanto riguarda i Comuni. Da oggi ci saranno “incontri tecnici tra Anci e Governo con l'obiettivo di chiudere entro una settimana l’accordo. Tutte le soluzioni – fa sapere il rappresentante dei sindaci, Piero Fassino - probabilmente arriveranno con il decreto Enti locali”. Il provvedimento dovrebbe contenere le norme per il rinnovo del fondo destinato a Imu e Tasi, la flessibilità sulla gestione del sistema di contabilità, la rinegoziazione dei mutui degli Enti locali, la rimodulazione dei tagli per Province e Città metropolitane e la modifica del patto di stabilità interno con la riduzione delle sanzioni per chi, nel 2014, ha sforato i vincoli di bilancio.
Invece la questione dei 27 milioni, chiesti dall’Anci, da destinare alle Città metropolitane “è chiusa”. Espressione utilizzata ieri dal governo. Nonostante l'ottimismo dei Comuni, che al termine dell'incontro al ministero delle Finanze si erano detti fiduciosi sulla possibilità di attenuare i tagli per la Capitale, per Firenze e per Napoli, il sottosegretario Bressa ha sbattuto all'Anci la porta in faccia.