La Nuova Sardegna

Agcom: "Stop ai 28 giorni, la bolletta telefonica è mensile"

Agcom: "Stop ai 28 giorni, la bolletta telefonica è mensile"

L'autorità di garanzia delle telecomunicazioni bacchetta le compagnie: Fanno pagare in un anno 13 mensilità

15 settembre 2017
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ROMA. L' Agcom (l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) affila le armi contro gli operatori telefonici (praticamente tutti) che hanno adottato nella telefonia fissa le cosiddette bollette a 28 giorni e annuncia sanzioni contro Tim, Vodafone, Wind Tre e Fastweb per non aver rispettato i dettami già espressi sulla stessa questione a marzo scorso. I diretti interessati però non ci stanno e tramite l'associazione di rappresentanza, l'Asstel denunciano i limiti alla libertà d'impresa messi in atto dall'Autorità e definiscono la decisione «priva di fondamento giuridico» e tale da mettere a rischio lo sviluppo del settore.

La questione sul tappeto è la pratica adottata ormai da molti mesi in modo scaglionato da tutte le compagnie telefoniche di fatturare gli importi dovuti dai clienti del fisso non più mensilmente, a 30 giorni, ma settimanalmente, in genere a 4 settimane, quindi a 28 giorni. Il problema è che traslando il sistema sull'anno, le bollette da pagare diventano in questo modo 13 e non più 12, con un aumento dei costi dell'8,6%.

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Da qui la decisione dell' Agcom di intervenire «a tutela degli utenti» già la primavere scorsa, con un'apposita delibera in cui, avendo riscontrato problemi «in termini di trasparenza e comparabilità delle informazioni in merito ai prezzi», stabiliva che per la telefonia fissa «il criterio della fatturazione dovesse essere il mese». Una decisione a cui Asstel e gli operatori avevano risposto con un ricorso al Tar del Lazio, giudicando la delibera priva di basi giuridiche e fuori dalle competenze dell'Autorità e respingendo quindi anche ogni operazione di adeguamento.

Il Tar si esprimerà a febbraio, ma nel frattempo il Garante del settore ha giudicato gli operatori inadempienti. Sulla scia delle intenzioni del governo, che ieri ha esplicitato di valutare un intervento normativo contro un comportamento definito «scorretto», l'Autorità ha deciso di avviare «procedimenti sanzionatori», nel corso dei quali sarà approfondito il calcolo degli importi. L' Agcom ha però voluto anche avvertire altri operatori non strettamente telefonici, vedi Sky, a non emulare i gestori tlc, annunciando possibili ulteriori iniziative per evitare «un effetto di trascinamento verso altri settori».

Malgrado il plauso della associazioni dei consumatori e di gran parte del mondo politico, i diretti interessati restano però sul piede di guerra. L'intervento dell' Agcom è visto come «un pesante condizionamento alla libertà d'impresa», anche in questo caso privo di basi giuridiche e tale da compromettere un settore che in questi anni ha invece garantito, sottolinea Asstel, un costante calo dei prezzi.

Il Garante, osserva l'associazione, non ha il potere di disciplinare il contenuto dei rapporti contrattuali fra operatori e clienti, ma può soltanto intervenire a tutela della clientela in materia di trasparenza informativa. La modifica unilaterale delle condizioni contrattuali, come la decisione di fatturare i servizi telefonici a 28 giorni, «costituisce quindi l'esercizio di un legittimo diritto» dei gestori.

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