La Nuova Sardegna

Moby Prince, un testimone: "Quella sera non c'era nebbia"

Moby Prince, un testimone: "Quella sera non c'era nebbia"

Silvio Lai (Pd), presidente della Commissione parlamentare che ha appena terminato lavori: "Prudenza sino alla fine dell'iter"

04 gennaio 2018
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FIRENZE. La sera del 10 aprile 1991 nel porto di Livorno, mentre si consumava la tragedia del Moby Prince il traghetto a bordo del quale morirono 140 persone dopo la collisione con la petroliera Agip Abruzzo ferma in rada, "non c'era nebbia. Lo ribadisco". Guido Frilli, davanti alla Commissione parlamentare d'inchiesta, ha ripetuto quanto già all'epoca aveva detto a chi indagava, ma il suo verbale non entrò mai nel fascicolo dell'inchiesta.

Le parole di Frilli, un livornese che dalla sua abitazione seguì quanto succedeva in rada, ripetute ai deputati della Commissione, potrebbero far riscrivere una nuova verità su quella tragedia per la quale una delle cause era stata individuata nella foschia che avrebbe impedito di capire cosa stava avvenendo e soccorrere i passeggeri del traghetto.

La Commissione parlamentare, istituita nel 2015 e presieduta da Silvio Lai (Pd), ha concluso i suoi lavori a dicembre. «Quelle riportate _ dice lo stesso Lai _ sono ricostruzioni giornalistiche basate sulle audizioni pubbliche svolte in commissione e, a quanto ho avuto modo di leggere, sono ovviamente parziali».

«La relazione della commissione approvata a dicembre all'unanimità - spiega il parlamentare sardo - sarà in grado di fornire a giorni un quadro degli esiti dell'inchiesta parlamentare. Essa verrà presentata, nel mese di gennaio, nel corso di un incontro con le associazioni dei famigliari delle vittime al quale seguirà una conferenza stampa».

«Prima di allora - sottolinea Lai - ritengo prematuro tracciare conclusioni sulla base di notizie giornalistiche che, per forza di cose, rischiano di risultare incomplete e dunque fuorvianti. Grazie al lavoro svolto dalla commissione, tra poco le cause della tragedia saranno a tutti più chiare e potremo dare finalmente risposte ai famigliari delle vittime che, dopo tanti anni, hanno il diritto di conoscere la piena verità, verità che però, ripeto, deve essere la più completa possibile. Si tratta di un quadro fondato su alcune certezze che in questi anni siamo riusciti a definire, sia riguardo cosa accadde e sia su come fu gestito l'incidente. A giorni - ribadisce il senatore - presenteremo i risultati della commissione di inchiesta, prima di allora raccomando prudenza».

 

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