La Nuova Sardegna

Femminicidio a Sorso, il parroco ai funerali di Zdenka: "L'amore non è possesso"

Femminicidio a Sorso, il parroco ai funerali di Zdenka: "L'amore non è possesso"

Nessuno dei familiari della donna uccisa ha potuto partecipare alle esequie, si lavora per il rimpatrio della salma. Per le bambine si deciderà assieme alla comunità di origine della loro mamma

20 febbraio 2020
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SASSARI. "In questi giorni di festa per il carnevale, Zdenka ci ha riuniti qui e ci ha costretto a gettar via la maschera di fronte all'atrocità del gesto di cui è stata vittima. Quella stessa mano che in giorni felici ha stretto, accarezzato e desiderato il suo volto, ha alzato il pugnale per colpire e uccidere". Così don Luca Collu, parroco della chiesa di San Pantaleo, a Sorso, ha invitato la comunità a riflettere sul fatto che "troppo spesso si fa confusione tra amore e possesso", come ha rimarcato in una sorta di lettera aperta con cui, nel giorno del suo funerale, si è rivolto direttamente a Zdenka Krejcikova.

La 41enne ceca viveva in paese da alcuni anni e qui è stata accoltellata sabato scorso 15 febbraio dal suo ex compagno, Francesco Baingio Douglas Fadda, sassarese di 45 anni, che stamattina nel corso dell'interrogatorio di garanzia col gip di Sassari si è scusato per quel gesto e si è detto dispiaciuto. Citandolo, don Collu ha esortato la folla che ha gremito la chiesa a cercare di perdonare.

Nessuno dei parenti di Zdenka Krejcikova ha potuto partecipare ai funerali. La madre della 41enne di origine ceca ha avuto un malore subito dopo aver saputo della tragica fine della figlia, così sia lei che gli altri familiari hanno deciso di restare a casa e attendere il rimpatrio della salma. Da Sorso e da Roma si sta facendo di tutto per far sì che il corpo di Zdenka possa rientrare il prima possibile. L'organizzazione dei funerali era stata concordata dalle istituzioni locali e dell'autorità giudiziaria con l'ambasciata della Repubblica Ceca in Italia.

Adesso tutte le attenzioni sono rivolte alle due figlie della vittima del femminicidio. Per ora sono affidate a strutture e a persone specializzate, che le proteggono dal clamore e dall'orrore di una vicenda di cui sono state loro malgrado testimoni oculari e in qualche modo protagoniste. Il loro futuro sarà deciso d'intesa tra Kolin, la città da cui Zdenka Krejcikova era arrivata, Roma e Sorso, dove nel frattempo è scattata una straordinaria gara di solidarietà in loro favore e tutti si sono attivati per quelle bambine che la comunità locale ha già adottato. (Ansa).

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