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Sanità

In aumento i casi di streptococco, tampone sì o no? Ecco cosa dicono i pediatri

In aumento i casi di streptococco, tampone sì o no? Ecco cosa dicono i pediatri

La dottoressa Valentina Grimaldi e il dottor Piero Valentini sottolineano che non c’è nessun allarme: «Rientrano in un quadro che periodicamente ci troviamo a gestire»

31 marzo 2023
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«Non c'è assolutamente alcun allarme streptococco in Italia, i casi che si stanno verificando in queste settimane rientrano in un quadro che periodicamente noi pediatri ci troviamo a gestire. È una situazione che conosciamo bene e siamo in grado di trattare». Sgombera subito il campo da qualunque dubbio Valentina Grimaldi, pediatra di famiglia-psicoterapeuta e consigliera Omceo Roma, rassicurando le famiglie sull'epidemia di streptococco di cui, ormai da giorni, si parla sui giornali, nelle chat di classe e sui gruppi social di genitori preoccupati che il proprio bambino possa andare incontro alla scarlattina o alle temute complicazioni dovute a questo batterio. Grimaldi ci tiene a spiegare a padri e madri in ansia che «lo streptococco non va gestito come il Covid. Se il bambino è stato a contatto con una persona che si è ammalata o in classe si sono verificati dei casi non ha senso correre a fare il tampone - dice - perché è un'analisi che si fa solo in presenza di certi tipi di sintomi e su indicazione del proprio pediatra che valuta il quadro clinico generale». Insomma «bisogna evitare di entrare in uno stato di angoscia che non è assolutamente necessario», sottolinea l'esperta.

«Lo streptococco è un germe largamente presente nella popolazione - spiega Piero Valentini, pediatra infettivologo del Policlinico Gemelli e membro della Commissione di Pediatra dell'Omceo Roma - basti pensare che, in alcune casistiche, ci sono fino al 20% di soggetti portatori di streptococco». Ossia la presenza del batterio non equivale alla malattia, si può essere anche portatori asintomatici e non necessitare dunque di terapia antibiotica. «Per questo - continua Valentini - è importante che l'indicazione a eseguire o meno il tampone faringeo per scovare lo streptococco venga data dal pediatra che valuta il quadro clinico».

«È corretto parlare di epidemia - continua Valentini - nel momento in cui con questo termine intendiamo che ci sono delle fasi epidemiche di maggior circolazione dell'agente infettivo. Ma è una situazione che rientra nella normalità, alti e bassi a cui vanno incontro le storie naturali delle infezioni in generale».

Cos’è lo streptococco

Ma cos'è lo streptocco? «È un agente infettivo che nella maggior parte dei casi genera infezioni delle alte vie respiratorie come tonsilliti, faringiti, otiti. Tutte infezioni che generalmente sono facilmente riconoscibili e diagnosticabili», spiega Valentini. «Ma non è necessario andare a fare un tampone al primo mal di gola - sottolinea l'esperto - se, infatti, il dolore è collegato a rinite, starnuti ecc. si pensa ai classici segni di un'infezione virale. Se, invece, ci sono delle manifestazioni che possono far sospettare un'infezione da streptococco come febbre alta, dolore nel momento della deglutizione, linfonodi un po' ingrossati allora il tampone può essere indicato. Oggi esistono dei test rapidi che nel giro di mezz'ora, o anche meno, possono dare una risposta».

Quale terapia seguire se positivi allo streptococco

E in caso di positività niente paura. «Si mette in atto la terapia con amoxillicina, l'antibiotico di prima scelta per lo streptococco e di più facile uso anche a livello domiciliare». Le due complicanze più temute legate ad alcuni ceppi di streptococco sono la malattia reumatica e la glomerulonefrite acuta post-infettiva «che però si possono verificare in percentuali assolutamente minori - rassicura Valentini - e nel caso in cui l'infezione non sia adeguatamente trattata». L'esperto ribadisce poi «che è importante non effettuare tamponi a tappeto ma rivolgersi al pediatra affidandosi alle sue indicazioni e valutazioni».

Insomma niente paura. «Negli ultimi due anni i bambini hanno indossato le mascherine, un dispositivo che li ha protetti dal Covid ma anche dagli altri virus - conclude Grimaldi - quest'anno le hanno tolte ed è naturale che si trovino più esposti, hanno sviluppato meno anticorpi, dunque è naturale che si siano ammalati di più, non solo di streptococco ma un po' di tutto, dall'influenza ai virus respiratori di vario tipo ecc...».

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