La Nuova Sardegna

La vitiligine è una malattia sconosciuta a molti ma rappresenta la terza grande patologia cutanea infiammatoria in termini di diffusione, insieme alla psoriasi e alla dermatite atopica. La vitiligine è causata sia da difetti cutanei del soggetto che dall’attivazione autoimmune che porta alla perdita di melanociti: questo crea una pigmentazione alterata, la pelle presenta infatti chiazze bianche concentrate solitamente intorno a bocca, occhi, collo, mani e pieghe cutanee.

Grazie al lavoro dei dermatologi della SIDeMaST, ad oggi è stata trovata una terapia ad hoc per la malattia che permetterà finalmente di fare chiarezza su quella che è sempre stata considerata una non-malattia. Mauro Picardo, della Unicamillus International University e Coordinatore della Task Force per la vitiligine della SIDeMaST, racconta come: “La SIDeMaST ha dato origine ad una task force che punterà anche alla creazione di un registro per acquisire sempre più dati che ci permetteranno di rivedere anche le linee guida ad oggi inesistenti.”

La vitiligine è sempre stata curata con la fototerapia associata a cortisonici tipici o sistematici ma, adesso, la medicina ha individuato dei trattamenti più mirati. La ricerca ha messo a disposizione nuovi farmaci conosciuti come JAK inibitori, ovvero molecole che sono state studiate specificamente per la vitiligine. La terapia ha già dimostrato una efficacia significativa e come spiega il Prof. Picardo: “La percentuale di ri-pigmentazione va dal 30 sino al 70- 90% in una percentuale significativa di pazienti trattati, ma la rigenerazione cellulare è estremamente soggettiva.”