La Nuova Sardegna

Bolkestein

Balneari, l’Europa va avanti con la procedura d'infrazione: la mappatura non convince


	Una veduta degli stabilimenti balneari in Versilia
Una veduta degli stabilimenti balneari in Versilia

La Commissione europea ha emesso il parere motivato contro l'Italia. Rischio maxi-multa se il governo non darà risposte convincenti o non si adeguerà alla normativa. Infrazione anche sull’assegno unico

16 novembre 2023
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Sui balneari ancora non ci siamo e Bruxelles tira dritto sulla procedura di infrazione. La Commissione europea ha emesso oggi il parere motivato contro l'Italia, il secondo passo nella procedura aperta nel dicembre 2020 con una lettera di messa in mora. Ora, se il governo non fornirà risposte convincenti o non si adeguerà alla normativa europea entro due mesi, L'Esecutivo Ue potrebbe decidere di deferire l'Italia alla Corte di giustizia europea che potrebbe portare a una sanzione pecuniaria verso il Belpaese.

Il governo sostiene che la direttiva Ue del 2006 sulla liberalizzazione dei servizi e delle concessioni balneari, la cosiddetta Bolkestein, non va applicata all'Italia, in quanto il bene "spiagge” non è scarso, essendo il 67% della costa privo di strutture. I calcoli su cui si è basata la mappatura delle coste fornita dal governo, tuttavia, non convincono Palazzo Berlaymont, perché escluderebbero aree di minore accessibilità per condizioni naturali, come quelle rocciose, e altre aree, come quelle militari, che potenzialmente potrebbero ospitare strutture turistico-ricettive.

IL GOVERNO ALLE STRETTE

L'annosa questione mette ora il governo alle strette. Per la Commissione europea, è sempre preferibile trovare un accordo con gli Stati membri piuttosto che portarli alla Corte, spiega una portavoce. Il governo Meloni, che ha prorogato la messa a gara delle concessioni demaniali al dicembre 2024, nonostante la sentenza del Consiglio di Stato imponesse l'avvio dei bandi dal 1° gennaio 2024, pensa di poter evitare di applicare la normativa dimostrando che il bene "spiagge” in Italia non è scarso. «Siamo pronti a dare risposte immediate alla Commissione europea. Stiamo già lavorando da mesi nella direzione auspicata dalla Commissione», ha affermato il ministro dei Trasporti e vice premier Matteo Salvini, per cui «non possiamo parlare di una risorsa scarsa».

GLI ASSEGNI FAMILIARI

 L'Esecutivo Ue va avanti anche sulla procedura relativa all'assegno familiare per i figli a carico, inviando un parere motivato. La misura, essendo rivolta solo alle persone che risiedono da almeno due anni in Italia, e solo se vivono in stessa famiglia dei loro figli, violerebbe il diritto dell'Ue non trattando i cittadini dell'Ue in modo equo e configurandosi come una forma di discriminazione. La Commissione europea ha deciso poi di deferire l'Italia, assieme a Belgio e Grecia, alla Corte di giustizia dell'Unione europea per non aver applicato correttamente le norme della direttiva sui ritardi di pagamento. La norma obbliga le autorità pubbliche a pagare le fatture entro 30 giorni (o 60 giorni per gli ospedali pubblici) per evitare gli effetti negativi sulle imprese. Ad oggi, dopo l'ultima archiviazione del Collegio dei Commissari di tre procedure di infrazione, i casi a carico del nostro Paese scendono a 77 di cui 61 per violazione del diritto dell'Unione e 16 per mancato recepimento di direttive. faf/kat

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