La Nuova Sardegna

Nuoro

Università nuorese, Deriu vara la Fondazione

Nino Bandinu
Università nuorese, Deriu vara la Fondazione

Con Provincia e Comune anche Camera di commercio, Confindustria, Asl e Banco

19 febbraio 2008
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NUORO. Università, Deriu cala la carta segreta e sbanca tutto con la proposta di una Fondazione al posto del vecchio Consorzio. Inoltre sul fronte delle risorse impegna 500 mila euro per 12 anni: un segnale che annuncia autonomia finanziaria e battaglie sul fronte governativo, regionale e statale, per un «radicamento definitivo» dell’Università a Nuoro. Università nuorese a una svolta. Deriu butta sul piatto 500 mila euro e propone una riforma: non più il Consorzio tra Comune e Provincia per la promozione degli studi universitari nella Sardegna centrale, ma una Fondazione che veda partecipi anche la Camera di commercio, gli Industriali, la Fondazione del Banco di Sardegna e la Asl.

L’operazione di taglio squisitamente doroteo, ed elaborata e proposta in piena campagna elettorale, è passata anche col placet delle sinistre e delle destre. Qualche perplessità invece è venuta da parte di Roberto Capelli dell’Udc, e di Silvestro Ladu, ormai passato armi e bagagli con il Popolo della libertà.

Erano le 11,30 di ieri mattina quando il presidente della Provincia, Robero Deriu, ha lanciato la sua nuova formula ai sindaci presenti, e ai consiglieri comunali, provinciali (Nuoro e Ogliastra) e regionali del Nuorese, agli studenti, agli enti pubblici, agli industriali e ai sindacati. «Nuoro come luogo di università», questo l’incipit che Deriu ha imprestato dall’assessore regionale Mongiu per parlare di necessità di un «radicamento definitivo» dell’Università nella Sardegna centrale e quindi di un «terzo polo» a Nuoro. Ma per centrare questo obiettivo - ha spiegato il presidente della Provincia - serve una riforma radicale, che superi il vecchio consorzio, e punti decisamente a una Fondazione allargata ad altri soggetti: in particolare Camera di commercio, Banco di Sardegna, Asl e industriali. E non era un caso se proprio in quel momento in presidenza sedevano Romolo Pisano e Antonello Arru, mentre Franco Mulas ascoltava dalla saletta riservata al pubblico.

Insomma, la nuova alleanza, non solo era già pronta, ma addirittura veniva personificata. La Fondazione dunque poteva nascere con la benedizione di tutti, o quasi. E il primo benedicente è stato Piero Carta, l’alleato presidente ogliastrino, passato dallo Sdi al Pd, che ha sparato subito contro le «polarità» di Cagliari e Sassari che «frenano lo sviluppo», per proporre più «motori» nel territorio. E tra questi l’università nuorese. Più prudente, invece, anche se d’accordo, il presidente della Fondazione del Banco di Sardegna, Antonello Arru, che ha picchiato contro l’università diffusa e di basso profilo, per suggerire «corsi esclusivi» a Nuoro, da chiedere con forza ai due atenei sardi, per ricollegare le risorse alla ricerca e alla didattica.

«Noi investiamo sulle teste» ha concluso Arru, invitando tutti a livelli più ambiziosi, anche nell’affaire Artiglieria. Ok alla Fondazione anche da parte di Romolo Pisano, presidente della Camera di commercio, e di Sergio Russo che ha esaltato la presenza dei sindaci e affermato come non sia più possibile «riproporre l’esistente». Sì alla proposta di Deriu anche del deputato di An, Bruno Murgia, che invece ha sparato su Soru e il «fondo indistinto» sull’università diffusa. Sì, ma a patto che si vada in direzione di una «università autonoma» e non di nicchia. E che il fronte dei Comuni resti unito e determinato con il ministro. Qualche perplessità sulla Fondazione è invece venuta da Roberto Capelli, perchè questa non risolverebbe il problema del «controllo politico».

Meglio dunque che nel nuovo soggetto ci sia anche la «Regione» a garanzia di una visuale più ampia e di un percorso chew porti «all’università statale». Per Ciriaco Davoli (Rc) invece si dovrebbe privilegiare gli «enti pubblici» e ripartire dai «servizi bloccati» agli studenti di Nuoro. Perplessità poi sull’università «regionale», perchè Nuoro deve essere come «tutte le altre». Servizi da garantire subito agli studenti anche per Silvestro Ladu che ancora una volta picchiato contro Soru e la Mongiu (che «non ci credono») e contro l’emendamento che tiene in piedi l’università diffusa con Nuoro dentro. Al di là delle responsabilità, comunque, la battaglia che resta da fare per il terzo polo è «tutta politica». Dopo Ladu, Peppino Paffi assessore provinciale alla Cultura, ha inviato tutti ad arrivare alla prossima Conferenza di servizi con una «proposta chiara». Intanto - ha annunciato - la Provincia per la Fondazione ci mette «500 mila euro per 12 anni».

Per il superamento del vecchio Consorzio, alla fine, si sono detti d’accordo anche il sindacalisti Ignazio Ganga e Gianfranco Mussioni con i consiglieri regionali Giuseppe Pirisi e Vincenzo Floris (che però hanno difeso il presidente Soru), insieme al senatore Gianni Nieddu e al rappresentante degli Industriali. Il cerchio dunque si chiude, e comincia così (con la Fondazione o altro) una nuova fase per la storia futura dell’università nuorese. Se storia futura avrà, visto che tutto cade, oggettivamente, nel pieno di una campagna elettorale. E considerato anche che la Regione e i due atenei sardi si devono ancora pronunciare.

Intanto i due presidenti delle province di Nuoro e Ogliastra, Deriu e Carta, annunciano che fra due settimane sarà presentato un «progetto operativo di sintesi» delle proposte e dei suggerimenti presentate ieri mattina da quanti hanno partecipato all’incontro che permetterà di attivare un impegno concreto per il «radicamento definitivo» dell’Università a Nuoro. I due presidenti riuniranno le strutture tecniche per elaborare il progetto che presenteranno nel corso di una nuova riunione.
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