La Nuova Sardegna

Nuoro

In azione è entrata una banda di professionisti

Agostino Murgia
In azione è entrata una banda di professionisti

Il commando riteneva che nell’orario prescelto il colpo in banca fosse più facile

10 agosto 2008
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BITTI - Interrogatori, verifica di alibi, perquisizioni e battute: a un giorno dal fallito sequestro-lampo, carabinieri e polizia cercano di dare un nome e un volto ai quattro banditi penetrati nella casa di via Arborea per rapire la vicedirettrice della filiale del Banco di Sardegna, Costanza Fadda. Nel mirino, principalmente, ci sono alcuni soggetti che gli investigatori ritengono vicini all'area di provenienza del quartetto entrato in azione l'altro ieri a Bitti e che, pur in assenza di elementi specifici, in simili occasioni vengono controllati con maggior rigore.

Dall'analisi dei dati e del primo racconto fatto dalle vittime dell'aggressione, sembra probabile che la banda fosse composta da elementi già collaudati. Pur sorpresi dalla reazione imprevista del marito della Fadda non hanno perso la calma con reazioni inconsulte, ma hanno cercato solo di mettersi in salvo. Il commando era entrato in azione nella tarda mattinata di venerdì quando Gianfranco Sistu, 59 anni, era uscito da casa - dove aveva lasciato i figli di 13 e 11 anni - per andare con l'auto a prendere la moglie sul posto di lavoro.

Due dei banditi, non appena hanno capito che il campo era libero, sono penetrati nell'abitazione di Sistu attraverso un terrazzino del primo piano. Poi, dopo aver legato i due ragazzini, hanno aperto la porta ai due complici che li attendevano all'esterno. Per il momento non sembra ci siano stati testimoni di questo "traffico", o perlomento gli investigatori non ne hanno dato notizia.

Esaurita la prima parte del piano, i malviventi si sono sitemati in casa in attesa del rientro della coppia, e in particolare della vicedirettrice del Banco Costanza Fadda. Dalla quale - con modalità che per il momento sono state solamente ipotizzate - volevano farsi aprire i forzieri. Alle 13.30 il ritorno in via Arborea dei coniugi Sistu: a entrare per primo, però, è stato l'uomo, mentre la donna si è attardata per strada. Alla vista dei suoi due figli legati all'interno dell'abitazione, Gianfranco Sistu, incurante del consiglio dei malviventi - che lo avevano invitato a mantenere la calma - si è scagliato come una furia contro i banditi. Questi ultimi, vista la malaparata, dopo aver assestato un colpo con il calcio di una pistola sulla testa dell'uomo, si sono dati alla fuga, travolgendo Costanza Fadda, che in quel momento stava entrando in casa.

Inutile l'allarme immediato e l'arrivo delle forze dell'ordine: i pochi minuti di vantaggio sono stati sufficienti per permettere al commando di volatilizzarsi. Ieri la casa di via Arborea è stata passata al setaccio dai carabinieri del Ris di Cagliari, alla ricerca di eventuali tracce la cui presenza, vista la colluttazione, è abbastanza probabile. I congiugi Sistu non sono quindi potuti rientrare nella loro abitazione. Sembra comunque che siano stati trasferiti a Cagliari per essere sentiti dai magistrati della procura distrettuale, competente per questo tipo di reato. Non si sa quali elementi gli investigatori abbiano potuto raccogliere, anche se i particolari più interessanti potrebbero emergere dall'interrogatorio dei due figli della coppia.

Mentre l'incontro tra Gianfranco Sistu e i malviventi è stato rapido e concitato, quello con i due ragazzini è invece durato più a lungo: si cerca quindi qualche particolare, apparentemente anche insignificante, che possa permettere di collegare questo tentativo di sequesto-lampo con altri avvenuti tra la Barbagia, la Baronia e l'Ogliastra: alcuni falliti, altri - anche se pochi - riusciti.

Nel frattempo si tenta anche di ricostruire, seppur in via ipotetica, il tipo di azione che i banditi avevano intenzione di mettere a segno. Inizialmente ha destato una certa sorpresa l'orario scelto, ma anche questo fatto potrebbe avere una spiegazione. I sistemi di sicurezza installati per rendere infruttuosi i sequestri-lampo prevedono infatti una serie di operazioni senza le quali, la mattina, le casseforti non possano essere aperte. Non è sufficiente, cioè, avere tra le mani il direttore della banca o un suo sostituto per mettere le mani sul denaro. I banditi potrebbero aver pensato che queste misure non vengano adottate nella breve pausa di chiusura tra il turno della mattina e quello del pomeriggio. Non si sa se la loro intuizione fosse giusta: l'imprevista reazione di Gianfranco Sistu ha mandato a monte il piano.
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