La Nuova Sardegna

Nuoro

La Chiesa e i sindaci in marciacontro la violenza in Baronia

Angelo Fontanesi
La Chiesa e i sindaci in marciacontro la violenza in Baronia

La cugina di Sara Cherchi, ammazzata a Irgoli: "Dobbiamo augurarci che il suo martirio non sia stato inutile"

29 gennaio 2009
4 MINUTI DI LETTURA





OROSEI. «Non sono cristiani, sono belve. C'è solo da rabbrividire al pensiero di tanta malvagità. Ma la forza della fede non deve abbandonare la Baronia». Una scomunica senza appello contro chiunque si macchia di delitti efferati e vive nelle malvagità e un grido di preghiera e di speranza. Così don Stefano Bacchitta, parroco di Orosei, ha concluso ieri pomeriggio la manifestazione per la pace. Organizzata dalle otto parrocchie della forania della Beata Vergine del Rimedio, l'iniziativa ha radunato nel santuario mariano di Orosei centinaia di persone provenienti da Orosei, Dorgali, Irgoli, Galtellì, Onifai, Loculi, Sos Alinos e Cala Gonone.

La marcia della pace era iniziata alle 14.30 quando, simultaneamente, le campane delle otto parrocchie dei diversi paesi hanno incominciato a suonare a raccolta. Rintocchi che hanno salutato l'avvio del cammino dei cittadini baroniesi con parroci e amministratori i testa. In corteo a piedi sulle strade, o alla spicciolata con le proprie vetture, in tanti hanno risposto all'appello lanciato dalla Chiesa locale per dare un segnale forte e solidale di assoluta e ferma condanna contro la terrificante escalation di atti criminali che da oltre un anno sta seminando con lugubre frequenza lutti e dolori nelle comunità del circondario e martoriando il vivere sociale di tutto un territorio.

Una marcia di chilometri che ha attraversato strade e comuni, raccogliendo nel suo procedere una grande folla di persone che alle 16, congiuntamente, hanno fatto ingresso nel lussureggiante cortile del santuario mariano del Rimedio di Orosei. All'appuntamento non è voluta mancare nessuna rappresentanza, civile e religiosa, amministrativa e istituzionale. Presenti i sindaci dei paesi coinvolti o le loro rappresentanze amministrative, presenti i parroci delle otto parrocchie, i ragazzi dell'Acr, le associazioni di base, presenti anche diversi esponenti politici del territorio eletti nel consiglio provinciale e in quello regionale. Presenti anche il nuovo comandante della Compagnia dei Carabinieri di Siniscola il tenente Andrea Domenici e il vice Prefetto di Nuoro Franca Cocco.

Tutti uniti, indistintamente, in un dirompente grido di condanna alla violenza ma anche unanimi nell'esprimere, nelle diverse competenze e priorità, la volontà di rivalsa contro chi sta dilaniando con metodi criminali comunità storicamente note per la loro indole pacifica e per la loro laboriosità e tolleranza. Concetti espressi con chiarezza e a tratti anche a muso duro dagli intervenuti. Giovanni Porcu a nome di tutti i sindaci della Valle del Cedrino, ha rimarcato ancora una volta che per combattere il malessere dilagante non bastano formali manifestazioni di solidarietà e condanna ma devono essere affrontate e risolte le problematiche sociali ed economiche di un territorio a torto considerato un oasi felice di prosperità. «Si continua a fantasticare sulla "ricchezza" della Baronia - ha detto - quando invece il suo reddito medio procapite è molto vicino alla soglia della povertà. Questa di oggi è una meravigliosa iniziativa ma per sconfiggere la violenza e la criminalità servono interventi strutturali socio economici sul territorio e contestualmente occorre che gli autori di questi crimini vengano assicurati alla giustizia. Su entrambi questi fronti - ha concluso Porcu - la Baronia pretende urgentemente risultati tangibili».

Sulla stessa linea le dichiarazioni del suo omologo di Dorgali Tonino Testone che ha voluto ricordare che anche sul fronte caldo delle demolizioni i sindaci del territorio «attendono ancora quella soluzione politica indispensabile per disinnescare un altro pericoloso focolaio di tensione». Dal vice prefetto Franca Cocco una perentoria assicurazione: «Sono qui per portare la vicinanza del Prefetto che vuole dire con forza a tutti voi che non siete e non sarete mai abbandonati dallo Stato».

Toccante l'intervento di Rosa Monne, insegnante irgolese, cugina di Sara Cherchi uccisa il settembre scorso: «L'augurio di tutti noi - ha detto trattenendo a stento le lacrime - è che il martirio di Sara non sia stato vano».

Infine, prima che il Vicario della diocesi di Nuoro Don Salvatore Floris iniziasse la concelebrazione della santa messa che ha chiuso la manifestazione, l'intervento-scomunica di don Stefano Bacchitta che ha parlato a nome di tutti i parroci convenuti ieri al Santuario del Rimedio. «Chi può essere tanto malvagio da compiere delitti così atroci - ha chiesto nel silenzio assordante di una platea ammutolita -? Queste persone non sono cristiane, sono belve che convivono tra noi distruggendo famiglie, imprese e intere comunità».
In Primo Piano
Elezioni comunali 

Ad Alghero prove in corso di campo larghissimo, ma i pentastellati frenano

Le nostre iniziative