La Nuova Sardegna

Nuoro

DUplice delitto di irgoli

Il nuovo legale di Dessena: «È una condanna ingiusta»

di Kety Sanna
Il nuovo legale di Dessena: «È una condanna ingiusta»

INVIATA A OROSEI. «Rispetto tutte le sentenze, anche quelle che non condivido, ma questa è fortemente censurabile non solo viste le conclusioni ma soprattutto il modo in cui ad esse è giunta la...

12 aprile 2012
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INVIATA A OROSEI. «Rispetto tutte le sentenze, anche quelle che non condivido, ma questa è fortemente censurabile non solo viste le conclusioni ma soprattutto il modo in cui ad esse è giunta la Corte d’Assise di Nuoro». Esordisce così il nuovo legale di fiducia di Andrea Dessena, il ventiduenne di Orosei condannato all’ergastolo per l’omicidio dei due fidanzati di Irgoli, Sara Cherchi e Mario Mulas. Si è affidato all’associazione Onlus Avvocati senza Frontiere che come ha detto il legale Antonino Rossi sono in Sardegna per la prima volta. «ma non potevamo non accettare di occuparci di un processo come questo — ha sottolineato l’avvocato — sia per la gravità dei fatti che per il modo in cui il processo si è svolto». Un processo ingiusto — lo definisce Rossi — che ha dato luogo a conclusioni altrettanto ingiuste, per due motivi principali: i principi del “Giusto processo” sono stati violati nel momento in cui chi accusa l’imputato non si presenta in aula. Si riferisce al testimone Denis Derosas che aveva accusato Andrea Dessena del duplice delitto (e non solo) e si era confidato con un maresciallo dei carabinieri che depose in aula col consenso della corte, riferendo delle confidenze del giovane.

«La ricostruzione dei fatti — continua l’avvocato Rossi — pecca ab origine. Gran parte delle motivazioni, almeno cinquanta pagine sono dedicate ai fatti pregressi. Le questioni di contorno diventano centrali e alla fine ciò che manca in questo processo è la ricostruzione dei fatti. Dov’era Andrea Dessena quel giorno? Chi c’era con lui? Non c’è prova che sia stato lui a sparare. Perché non si sa nulla degli eventuali complici? In questo processo viene ribaltato l’onere della prova e nonostante tutto ci troviamo difronte ad una condanna all’ergastolo». L’avvocato Rossi leggendo le motivazioni non approva neppure la tesi dei falsi alibi. «Andrea Dessena non poteva compiere un omicidio in dieci minuti, nonostante la vicinanza dei luoghi. E poi, ritengo ci sia stata una lacuna investigativa visto il mancato collegamento tra il duplice omicidio del 3 settembre e l’altro di Pierpaolo Serra avvenuto a un mese esatto di distanza».

Un’ora di conferenza per spiegare le ragioni che l’hanno spinto ad accettare la causa di Andrea Dessena ma anche anticipare qualche mossa in vista del processo d’appello. «Presenteremo ricorso entro il 30 aprile e dimostreremo l’innocenza di questo giovane».

Letture dei fatti, diametralmente opposte a quelle a cui è giunta la Corte d’Assise di Nuoro, che suscitano una certa curiosità in previsione dell’ulteriore atto processuale.

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