La Nuova Sardegna

Nuoro

I cacciatori di Mattaquita all’attacco della Regione

di Salvatore Martini
I cacciatori di Mattaquita all’attacco della Regione

Siniscola, le doppiette dell’autogestita in rivolta contro il calendario venatorio «È troppo permissivo, rischiamo di far scomparire diverse specie animali»

03 luglio 2012
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SINISCOLA. I cacciatori che protestano contro gli eccessi del calendario venatorio è un fatto nuovo. Di fronte alle nuove disposizioni emanate dalla Regione succede però anche questo. L’alzata di scudi è massiccia, e le motivazioni molto forti. «Siamo di fronte ad un piano venatorio troppo permissivo – dicono i cacciatori di Siniscola –. Si rischia di veder scomparire diverse specie animali e produrre gravi danni all’ambiente. Quanto pianificato dal comitato faunistico regionale va quindi rivisto in fretta».

L’immagine del cacciatore pronto a tutto pur di riportare a casa il carniere pieno di gloria è tramontata da un pezzo. «Nessuno, dalle nostre parti, caccia per soldi o per commercio – affermano i cacciatori locali –. Si fa per tenere viva una tradizione culturale che il nostro territorio ha sempre conosciuto. Questo, però, non significa fare razzia di animali. I cacciatori siamo molto attenti all’ambiente. Si procede con attenzione, rispettando tutti gli equilibri necessari. La fauna va tutelata, e non sterminata. Così come è stato concepito, il calendario della stagione 2012/2013 è troppo permissivo. E pericoloso per i nostri habitat».

Natalio Tocco, presidente dell’autogestita Mattaquita, che impegna 217 cacciatori suddivisi in nove compagnie, si fa portavoce di un malcontento generale, che potrebbe sfociare in dure forme di protesta.

«Innanzitutto – dice Tocco – non ha senso consentire la caccia alla tortora a settembre, ma andrebbe anticipata ad agosto e, comunque, svolta durante mezze giornate. Per quanto riguarda la selvaggina nobile, inoltre, pernici e lepri, che sono a rischio di estinzione, appare assurdo che si potranno cacciare per ben quattro giornate intere. Noi proponiamo che il permesso venga abbassato a quattro mezze giornate, con stop alla caccia entro mezzogiorno, per tutelare queste specie e consentirne la riproduzione».

Sono messe in discussione anche le scelte per la caccia al cinghiale: «Siamo contrari che la caccia grossa sia stata autorizzata anche al giovedì – afferma Tocco – perché questo è un grave eccesso. Le domeniche e i giorni di festa, così come è sempre stato, vanno più che bene».

«Esortiamo il comitato venatorio regionale a rivedere le decisioni prese – conclude il presidente dell’autogestita Mattaquita di Siniscola – e pianificare un calendario diverso, che va profondamente migliorato». A dirlo sono gli stessi cacciatori, tra i portavoce di una polemica che divampa in gran parte dell’isola.

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