La Nuova Sardegna

Nuoro

Jerzu saluta e ringrazia il suo curato

di Claudia Carta
Jerzu saluta e ringrazia il suo curato

Dopo vent’anni il parroco don Mario Piras lascia l’incarico. Sabato arriva don Salvatore Masala

18 settembre 2012
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JERZU. Quella sera di novembre di diciannove anni fa pioveva. Ma nessuno si fece spaventare dalla serata uggiosa. Un tripudio di gente in festa. Accesa la comunità. Intensa l’emozione. Al grido di “Viva il Parroco” faceva il suo ingresso a Jerzu don Mario Piras, classe 1928. Rigorosamente in abito talare. Alto, vigoroso, energico nei suoi sessantacinque anni. Oggi la diocesi intera saluta e ringrazia Don Mario per il suo lungo apostolato e il suo generoso servizio. Fa ritorno nella sua Osini, ma il suo cuore rimane profondamente legato a Jerzu: «Questa è la mia casa – ha detto commosso durante la cerimonia in aula consiliare nella quale gli è stata donata una targa ricordo – e vi porterò tutti nel mio cuore perché vi ho voluto e vi vorrò sempre tanto bene». Rimane in tutti il sapore dei momenti trascorsi insieme, scanditi dall’inconfondibile rintocco delle campane. Gioie e dolori di una comunità che egli ha voluto e saputo conoscere, ascoltare. Ha vissuto il carnevale con i ragazzi. Si è fatto giovane tra i giovani, ha sofferto con ammalati e anziani, portando a tutti la sua preghiera e il suo conforto, don Mario, con il suo inseparabile cappello, dentro la sua Fiat 500 così piccola. Le sue frasi celebri: “Stiamo attenti a non spegnere il lumicino fumigante” – come monito a coltivare la propria fede giorno per giorno – e “Abbiamo cura di non perdere le tradizioni” – invitando alla devozione dei Santi e alle pratiche liturgiche durante l’anno – rimangono nella memoria collettiva. Così come il suo entusiasmo e la sua serenità: «Se dovessi rinascere cento volte, farei sempre il sacerdote». Conclude così la sua missione, l’anziano curato di campagna – come egli stesso amava definirsi – con il saluto del sindaco, Mario Piroddi, che a nome dell’intera amministrazione comunale, l’ha ringraziato «per la sua ammirevole dedizione e per aver lasciato un segno indelebile in ciascuno». Attimi di profonda amicizia e riconoscenza, dove Jerzu sembra Brescello nelle indimenticate pellicole con Gino Cervi e Fernandel. Non è dato sapere con certezza se sabato pioverà. Di sicuro la comunità jerzese sarà ancora una volta in festa sotto il suo campanile ad attendere l’arrivo del nuovo parroco, don Salvatore Masala, pronta a scrivere una nuova storia.

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