La Nuova Sardegna

Nuoro

Allarme della Fiom-Cgil: metalmeccanici a rischio

di Federico Sedda

Ottana, i lavoratori si sono riuniti in assemblea per discutere del loro futuro «Se chiudono le due fabbriche rimarranno senza lavoro un’ottantina di operai»

28 settembre 2012
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OTTANA. «Il nostro futuro è legato a doppio filo a quello di Ottana Energia e Ottana Polimeri: se chiudono queste aziende chiuderanno anche i nostri cantieri, con conseguenze catastrofiche sui posti di lavoro». Stavolta, il grido d’allarme viene dai lavoratori metalmeccanici delle imprese che operano nello stabilimento di Ottana nel settore degli appalti e delle manutenzioni meccaniche. Un’ottantina di lavoratori che, se chiudono le due fabbriche, rimarranno senza lavoro. Un organico, quelle delle imprese cosiddette esterne, che negli ultimi anni, con il taglio dei posti di lavoro e la meccanizzazione degli impianti, si è ridotto all’osso. Un esempio per tutti: la Quattroemme, un’impresa storica che un tempo dava lavoro a un centinaio do operai, oggi ha poco meno di dieci lavoratori. Il resto è in cassa integrazione o nelle liste di mobilità. L’altro ieri, i metalmeccanici, si sono riuniti in assemblea sotto le insegne della Fiom-Cgil. All’assemblea, oltre alla leader della categoria, Maddalena Casula, ha partecipato anche il coordinatore regionale della Fiom, Mariano Carboni e il segretario generale della Cgil di Nuoro, Salvatore Pinna. Al termine dei lavori è stato diffuso un documento nel quale si esprime tutta la preoccupazione degli operai e del sindacato per l’effetto domino di licenziamenti a catena che innescherebbe la chiusura della centrale elettrica e degli impianti per la produzione del pet (plastica per bottiglie). «Il destino dei metalmeccanici – si legge nella nota – è legato a doppio nodo alle sorti di Ottana Polimeri e di Ottana Energia. Per evitare il crollo di tutta l’area industriale è necessaria una sinergia tra i lavoratori di tutte le categorie che operano nel sito di Ottana e tra le parti sociali e le amministrazioni locali affinché si riesca a fare sentire non più la voce, ma le grida di un territorio di cui si parla da anni, ma che nei fatti continua a essere ignorato dai vari governi nazionali e regionali che si sono alternati nel tempo».

La Fiom fa sapere che «i metalmeccanici continueranno a lottare per tenere alta l’attenzione, ma soprattutto per essere incisivi con chi dovrà dare risposte concrete».

Intanto, mentre è proseguito anche ieri il presidio, a turno, della terrazza del silo di stoccaggio di Ottana Polimeri, oggi, alle 9, si riunirà l’assemblea dei lavoratori per decidere le manifestazioni da mettere in campo nei prossimi giorni in vista dell’ incontro decisivo che si terrà a Roma il 4 ottobre prossimo.

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