La Nuova Sardegna

Nuoro

Coca, armi e cani uccisi undici indagati e 4 in cella

di Valeria Gianoglio
Coca, armi e cani uccisi undici indagati e 4 in cella

Altri cinque, invece, hanno l’obbligo di dimora o di presentarsi negli uffici di pg Il questore D’Angelo: nelle indagini si sono rivelate preziose anche le telecamere

09 ottobre 2012
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Osservati, a distanza, mentre “tirano” coca, prima di foraggiare con la stessa il florido mercato dell’Ogliastra, intercettati mentre tentano di svaligiare il chiosco di Foxi lioni e in una specie di scena fantozziana scappano al primo allarme lasciando dietro di loro le tenaglie e una preziosa scia di sangue. «Faccio per entrare – dirà uno di loro poco dopo raccontando il colpo fallito – prendo le cesoie, cerco di sfondare la porta, niente, c’aveva doppia porta. Nicò togliti, dico, entro, suona l’allarme, esco correndo, e lui già seduto in macchina andandosene, mih». Ascoltati anche mentre concordano come imbrogliare le carte e fregare la giustizia, dopo aver pestato a sangue con un martello e un frustino da cavallo un loro compagno di scorribande. Ascoltati persino dopo aver ucciso due cani senza alcun motivo, se mai ve ne fosse, per farlo.

Ci sono voluti un anno e mezzo di indagini – a partire dalle prime segnalazioni di alcuni abitanti di Tortolì circa strani movimenti davanti a scuole e bar – un sistema di videosorveglianza nelle città che si sta rivelando sempre più efficace per scovare i malintenzionati, e un paziente lavoro di pedinamento e intercettazioni, ma alla fine, ieri è giunta all’ultimo atto l’indagine del commissariato di polizia di Tortolì , guidato da Leonardo Cappetta, e coordinata dal procuratore di Lanusei, Domenico Fiordalisi, con il prezioso contributo investigativo della squadra mobile di Nuoro, guidata da Fabrizio Mustaro, e dal commissariato di Ottana.

Dopo un anno e mezzo, dunque, ieri, di buon’ora, gli agenti di polizia, con il contributo della squadriglia della questura notificano nove misure cautelari ad altrettanti indagati accusati, a vario titolo, di un consistente giro di droga, di furti, ricettazione, ma anche del possesso di armi illegali. In mano, gli agenti, hanno le ordinanze firmate dal gip di Lanusei, Nicola Clivio, su richiesta del procuratore Fiordalisi. Tra i nove colpiti da misure cautelari, su un totale di 11 indagati, quattro vanno in carcere. Tra loro c’è anche l’elemento considerato di spicco. Si chiama Silverio Usai, ha 29 anni, fa l’operaio e ha già avuto diversi problemi con la giustizia. Gli altri tre che con lui sono stati colpiti da ordini di custodia in carcere sono Paolo Serra, 28 anni, disoccupato di Tortolì, Antonio Ladu, 24 anni, anch’egli disoccupato residente a Tortolì, e Gianfranco Napoli, 36 anni, disoccupato con diversi precedenti per reati contro il patrimonio e droga. Tre persone, invece, sono state sottoposte alla misura dell’obbligo di dimora: sono Stefano Loddo, Nicola Piras, Mario Felice Melis. Due, infine, sono stati sottoposti alla misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria: si tratta di Luca Mura, e Roger Fanni. A loro vengono attribuiti soltanto alcuni furti.

Ma sono i primi quattro che secondo gli investigatori ricoprivano un ruolo più di spicco, nel giro di droga e armi. Un giro che aveva diversi reati-corollario e tutti o quasi erano funzionali al recupero dei soldi necessari per acquistare la cocaina e l’hascisc da Cagliari. «Si tratta di spaccio minuto – ha spiegato ieri, a Nuoro, il questore Pierluigi D’Angelo, ma era comunque un giro che stava incidendo parecchio sulla sicurezza dei cittadini e del territorio. Le persone raggiunte dalle ordinanza trafficavano droga ma non disdegnavano di commettere altri reati per procurarsi il denaro del quale avevano bisogno». Uno dei reati-satellite, ad esempio, erano proprio i furti. Ma non sempre, evidentemente, i colpi andavano a buon fine. Secondo l’accusa e le intercettazioni, ad esempio, quando Antonio Ladu e Nicola Piras tentano il colpo al chiosco di Foxi Lioni, tornano a casa con un palmo di naso perché scatta l’allarme. Ma nella fuga lasciano persino le tenaglie. Erano i primi giorni dello scorso febbraio. «Lui già seduto in macchina, andandosene, mih – dice Ladu al telefono – gli ho detto “ma dove cazzo stai andando, ti tiro le cesoie alla macchina!». E così accadde.
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