La Nuova Sardegna

Nuoro

Le Grazie, una festa da trentamila fedeli

di Valeria Gianoglio
Le Grazie, una festa da trentamila fedeli

Al via da domani la novena. Attesi pullman da tutta la provincia. Ordinate 25mila ostie per le sei messe giornaliere

11 novembre 2012
3 MINUTI DI LETTURA





NUORO. Le circa 25mila ostie sono già pronte a essere distribuite a un piccolo oceano di fedeli che tocca una media di 3000 al giorno. E ogni anno, dunque, raggiunge più o meno la quota record di trentamila tra novena e festa, ma a far la comunione non sono il 100 per cento. Il predicatore, quello che nei nove giorni che precedono il clou del 21 novembre dovrà prepararsi a fare la bellezza di sei omelie al giorno, sta arrivando in queste ore a Nuoro. Si chiama Giovanni Scanarino, è stato vescovo a Orvieto, ed è un monaco agostiniano che vive da tempo nel celebre paese di Santa Rita: Cascia. I pulmini che arrivano dai paesi della provincia stanno scaldando pure loro i motori. In particolare quello che trasporta storicamente uno dei gruppi di fedeli più affezionati: il gruppo da Orgosolo. Tant’è che nei giorni della novena, le chiese del paese dei murales si presentano semi-deserte come non mai.

Tutto è pronto, insomma: da domani si parte con la novena che precede la festa delle Grazie. E già da soli, i numeri, dovrebbero bastare a spiegare per quale motivo in molti la definiscono non solo la vera patrona di Nuoro, ma dell’intera diocesi. Già dai tempi dell’amministrazione Zidda c’era chi aveva avanzato l’idea di assegnare alla Madonna delle Grazie lo status di patrona di Nuoro. «Nessun problema se si trattasse di un altro santo – avevano risposto i bene informati – ma non possiamo creare come compatrona un’altra Vergine, perché la Madonna è solo una e sempre la stessa».

Certo è che tra vecchie proposte e nuove idee, la festa delle Grazie resiste, sostanzialmente inalterata, ormai da alcuni secoli. E il vero miracolo, lo dice lo stesso parroco, padre Giuseppe Magliani, è che continua a conservare il suo profondo spirito religioso. «La festa – spiega – continua a mantenere una dimensione esclusivamente religiosa. Non ci sono comitati dietro, non ci sono bande, non ci sono distese di bancarelle. L’unico elemento, ma negli ultimi giorni, che fa un po’ di colore sono i torronai che allestiscono i loro banchetti in via Lamarmora. Per il resto è tutta messe e preghiera». L’intero apparato che circonda l’evento si regge proprio sulle offerte dei fedeli, che, in particolare, nelle giornate dedicate alle missioni, alla Caritas e al santuario, sono molto generosi. In qualche caso, nel corso di una giornata, i fedeli sono arrivati a offrire anche tremila euro nel complesso.

Ma l’austerity ha colpito anche le Grazie, evidentemente, se quest’anno sono state tagliate diverse spese come la presenza della banda alla processione, e persino il pranzo finale dei sacerdoti lo si fa non più in ristorante ma in una sala della chiesa.

Eppure, i tagli e la situazione economica da profonda crisi non sono riusciti a scalfire la profonda devozione che circonda la festa. «Arrivano pulmini da Orgosolo e Oliena, da Mamoiada e Orune, da tanti paesi del circondario – spiega ancora padre Giuseppe – e sono tante le persone che portano doni e offerte. Il fatto è che soprattutto qui in Sardegna le tradizioni religiose popolari resistono, in particolare se ruotano attorno ai santuari dedicati alla Madonna. I grossi santuari, non a caso, sono tutti santuari mariani».

Da domani, dunque, si parte. Come da copione fino al 21 sono in programma sei messe giornaliere alle 6.30, 8, 9.30, 11, 16 e 18. Quella delle 16 è pensata per i bambini.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Il blitz

Sassari, controlli dei Nas in tutta l’isola: sequestrati 855 chili di uova e colombe di Pasqua scadute o conservate tra i topi

Le nostre iniziative