La Nuova Sardegna

Nuoro

Lotzorai, il parroco dà le spalle ai fedeli

di Nino Muggianu
Lotzorai, il parroco dà le spalle ai fedeli

La messa torna all’antico e provoca qualche mugugno. Don Loi: «Così siamo rivolti al Signore»

06 dicembre 2012
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LOTZORAI. La celebrazione della messa, nella chiesa parrocchiale di Sant’Elena a Lotzorai si ritorna all’antico. Da un paio di settimane il parroco del paese, don Alessandro Loi, ha deciso di celebrare la messa non più rivolto ai fedeli ma verso l’altare, esattamente come si celebrava oltre quarant’anni fa.

Una piccola “rivoluzione” che nulla toglie al valore stesso della celebrazione ma che ha già provocato più di qualche mugugno in paese. Un cambiamento che non è stato capito, almeno per adesso, ma che è stato comunque accettato dai fedeli.

La novità è arrivata dopo una attenta riflessione del parroco di Lotzorai. Il sacerdote non è il solo a essere ritornato alla vecchia formula della celebrazione della messa, rivolto al tabernacolo. Una modalità di celebrazione che è a discrezione del celebrante visto che non esiste una regola scritta che indica quale sia la giusta versione. «È una scelta mia – spiega don Alessandro Loi – perché la messa deve essere rivolta a Dio Padre e non alla gente. Altrimenti è un controsenso. Rivolgendosi all’altare c’è invece un rapporto diretto con il crocefisso e con Dio».

«Al prefazio – spiega il sacerdote – ossia prima della consacrazione, c’è l’introduzione: il Signore sia con voi, in alto i vostri cuori, sono rivolti al Signore, rendiamo grazie al Signore Nostro Dio ecc. È una formula che può cambiare secondo le circostanze. Ma si dice espressamente. In alto i nostri cuori , sono rivolti al signore. Ecco si devono essere rivolti verso l’altare. Nell’altro modo a mio avviso è una messa spettacolo. Sotto tutti i punti di vista. Il sacerdote deve essere intermediario tra i fedeli e Dio, e in questa maniera la celebrazione è più diretta senza che il sacerdote si possa distrarre dai fedeli che chiacchierano o dai bambini, c’è meno concentrazione».

Anche la comunione, secondo il parroco di Lotzorai, sarebbe preferibile nella bocca e in ginocchio.

«Piccoli cambiamenti – che la gente per adesso non capisce. È un cambiamento che arriva dopo una mia riflessione ma lo fanno tanti altri anche in Sardegna e in tutto il mondo. Non è una stranezza solo che ha bisogno di essere capita e per questo ci vuole del tempo».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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