La Nuova Sardegna

Nuoro

Galtellì, irruzione in chiesa per rubare pochi spiccioli

di Angelo Fontanesi
Galtellì, irruzione in chiesa per rubare pochi spiccioli

Ladri in azione con un piede di porco nella parrocchiale del Santissimo Crocifisso Don Ruggero Bettarelli: «Prego per l’anima di questi poveri sprovveduti»

02 marzo 2013
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Volevano solo soldi i ladri che avant’ieri notte hanno profanato la chiesa parrocchiale del santissimo Crocifisso. Pochi, maledetti e subito. E hanno raggiunto il loro scopo. Perché se il bottino è stato misero, la maledizione popolare nei loro confronti è stata immediata e unanime. I malviventi sono entrati nel cortile retrostante la chiesa dopo aver forzato un portoncino in ferro che dà sul vicolo. Quindi hanno tranciato il lucchetto dell’inferriata che protegge l’ingresso della canonica tentando poi di sfondare la porticina in legno che però ha resistito allo scasso.

Ma i ladri non si sono presi d’animo e si sono accaniti contro il portone della sala parrocchiale che è stato aperto con l’ausilio di un piede di porco. Dopo di che hanno divelto altre tre porte interne in legno sino ad arrivare nella sacrestia. Qui hanno messo tutto sottosopra, frugando in ogni cassetto e anche tra le vesti talari cercando contante o qualsiasi oggetto di valore facilmente smerciabile, tralasciando invece preziosi e antichi arredi sacri come calici e crocifissi in argento. Hanno preso solo pochi anellini d’oro ex voto custoditi in un cassettino e quindi sono entrati in chiesa sbucando proprio nella porzione dell’altare sovrastato dal Cristo ligneo miracoloso del XIV secolo che 400 anni fa fu protagonista del prodigio che lo vide sudare sangue e assumere fattezze umane. Da qui per arrivare dentro la chiesa hanno dovuto tranciare con una tronchesina la catena che chiude la grata di ferro a protezione dell’altare.

La loro affamata ricerca di soldi in contante gli ha diretti verso la cassetta delle offerte dove i fedeli in pellegrinaggio da tutta l'isola depongo il loro obolo aprendola con la chiave che i precedenza avevano recuperato da un armadietto in sacrestia. Non paghi di essersi impossessati dei denari (qualche centinaio di euro) hanno continuato a rovistare in ogni angolo spargendo addirittura per terra le preghiere che i fedeli depongo in una cassetta di cartone ai piedi della statua. Un bottino misero appunto, ma l’affronto per tutti i galtellinesi, credenti o meno, è stato enorme. «Gli autori di questo furto sono figli indegni della nostra comunità – è riuscito appena a dire il sindaco Reno Soro – e sono certo che sarà il paese stesso a individuarli e a consegnarli alle forze dell’ordine». Sconsolato il parroco don Ruggero Bettarelli: «Davanti e simili gesti non posso far altro che pregare per l’anima di questi sprovveduti».

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