La Nuova Sardegna

Nuoro

Scuole, Ghisu attacca la giunta regionale

di Tito Giuseppe Tola
Scuole, Ghisu attacca la giunta regionale

Macomer, per il presidente dell’Unione dei comuni la bocciatura del riassetto lede l’autonomia degli enti locali

07 marzo 2013
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MACOMER. Come era da prevedere, non sono mancate le reazioni alla bocciatura della proposta di riassetto scolastico elaborata dai sindaci del Marghine che prevedeva il recupero dell’autonomia dell’Istituto Amaldi di Macomer con la creazione di un istituto globale (mette assieme scuola superiore e scuole dell’obbligo). Il presidente dell’Unione dei comuni, Tore Ghisu, ha chiesto un incontro urgente a Cappellacci e accusa la giunta di ledere l’autonomia degli enti locali con una sorta di «commissariamento» nelle scelte riguardanti il territorio. Nella vicenda interviene, ma con un ragionamento di segno opposto, anche il consigliere regionale di Macomer, Paolo Maninchedda, il quale sottolinea che la proposta non rispettava le linee guida regionali che non consentono l’istituzione di istituti globali.

Nella richiesta di incontro a Cappellacci, Tore Ghisu lamenta che «è stato stravolto quanto già approvato, in modo unanime, sia dall’Unione dei comuni che dalla Provincia di Nuoro» e parla di «fatto grave e inaccettabile che lede l'autonomia degli enti locali», i quali vengono «esautorati nelle decisioni, peraltro senza essere stati sentiti in merito». Ghisu parla inoltre di inaccettabile commissariamento che indurrebbe i sindaci a dimettersi dall’Unione dei comuni, lasciando che la Regione nomini un suo commissario.

Per Maninchedda la ricostituzione di un istituto globale impedisce a Macomer, «uno dei pochi comuni in Sardegna ad avere i requisiti per farlo», di avviare le procedure per istituire il polo tecnico-professionale. «Quando una proposta blocca il futuro e sceglie gli anacronismi del passato – scrive in una nota – merita di essere censurata. Inoltre, a proposito di cultura, anziché parlare di offerta formativa, di studenti, di trasporti, di contrasto alla dispersione scolastica, la Provincia, ente sciolto dai cittadini con i referendum, con un picco di partecipazione popolare a Nuoro, proprio perché giudicato inutile alla società e utile solo al ceto politico, parla di presidi e di presidenze. Parlare di scuola a partire dai presidi è una miopia corporativa». «I presidi – prosegue – non sono legati alle scuole come i vescovi alle diocesi. Non tarderà il tempo in cui in centri come Nuoro, Macomer, Siniscola ci sarà un preside per la primaria e uno per la secondaria. Per gli studenti non cambierà nulla. Il preside non è la scuola, ma solo una sua parte. La scuola – conclude – sono gli insegnanti, i servizi, i curricula formativi, i genitori, le aziende, le procedure di recupero dei debiti formativi. Il problema del Nuorese è migliorare i servizi alle famiglie e differenziare l’offerta formativa sulla secondaria, incardinandola sui licei e soprattutto sui poli tecnico-professionali».

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