La Nuova Sardegna

Nuoro

Crollo alla scuola Borrotzu pool di geologi al lavoro

di Antonio Bassu
Crollo alla scuola Borrotzu pool di geologi al lavoro

Boneddu: si tratta di un’area delicata e ricca di dinamiche legate all’acqua «Ma con i nuovi strumenti a disposizione avremo un quadro definitivo»

21 maggio 2013
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NUORO. Continua l’indagine dei geologici nell’area della scuola media nº 1 di via Gramsci, da tre anni chiusa per il crollo di una parte del controsoffitto dell’androne d’ingresso, per accertare le cause del fenomeno. Al presidente regionale dell’Ordine professionale dei geologi Davide Boneddu, nuorese, abbiamo chiesto di sapere quali possono essere i problemi di ordine idrogeologico che caratterizzano la zona nella quale insiste il complesso scolastico. «Si tratta – ha spiegato Davide Boneddu – di un’area che anticamente era caratterizzata da una particolare vocazione agricola e quindi dalla presenza abbondante d’acqua che scorreva in superficie come di acque sorgive, insieme a numerosi pozzi e vasche, oltre che “unu rivu” che sfociava a “Ortu’e tissi”, verso Mughina. C’era una circolazione idrica sub-superficiale articolata e sviluppata durante tutto l’anno. I processi di antropizzazione, ovviamente, hanno modificato lo stato dei luoghi. Nonostante ciò una parte delle acque continua ad essere per forza di cose presente nella nuova dinamica idrogeologica».

Dunque, la scelta del comune di commissionare un approfondimento degli studi relativi all’area sulla quale è stata costruita la scuola ha sua una motivazione. «Sono certo che lo studio darà un contributo per comprendere meglio non solo le dinamiche idrogeologiche della zona, ma anche di verificare quali sono i problemi riscontrati in seno al caseggiato scolastico. È prematuro, per il momento, fare ipotesi. Occorre attendere il responso dei geologi, grazie ai quali solo dopo potranno essere fatte scelte precise. Rispetto al passato, d’altra parte, disponiamo di strumenti e conoscenze che consentono di studiare e comprendere i modelli geologici in cui insiste il centro urbano, che tra gli anni ‘50 e’70 si è trasformato rapidamente, spesso secondo modelli pianificatori non sempre attenti a quelle che erano le peculiarità del territorio. La conoscenza dei caratteri fisici di una regione è un supporto fondamentale e indispensabile per definire le azioni di governo del territorio, oltre che per determinare gli aspetti di pianificazione e programmazione».

Partendo dalla scuola “P. Borrotzu”, l’Ordine dei geologi ha posto in essere altri progetti sulle scuole? «Sicuro. Stiamo strutturando progetti a livello regionale rivolti alle scuole medie inferiori e superiori, mirati alla divulgazione della cultura geologica. Nel contempo abbiano messo a punto un progetto di ricerca finalizzato alla misura strumentale del “gas radioattivo radon” presente nelle scuole. Iniziativa che vorremmo estendere anche alle scuole di Nuoro. La nostra è una professione giovane, tenuto conto che l’Ordine regionale ha solo 20 anni di vita e quello nazionale appena 50. Oggi i geologi danno un grosso contributo nella formazione, nell’infrastrutturazione, nella ricerca e utilizzo delle energie rinnovabili. Nella pianificazione e nella manutenzione del territorio. Che, non deve essere vista come costo, bensì come volano dalle grandi potenzialità».

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