La Nuova Sardegna

Nuoro

San Francesco, apre il nuovo padiglione

di Francesco Pirisi
San Francesco, apre il nuovo padiglione

Ospiterà i reparti di Rianimazione e Unità di terapia intensiva coronarica oltre all’elisoccorso e all’asilo aziendale

11 giugno 2013
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NUORO. La torre dell’ospedale San Francesco 40 anni dopo è un edificio avveniristico, che rompe la staticità del lungo cubo. L’immagine è in un fotomontaggio, che viene proiettata nella sala conferenze, durante la cerimonia per l’inaugurazione, ieri mattina, del padiglione Dea (Dipartimento di Emergenza e Accettazione), nel lato sud del nosocomio, dove troveranno spazio i reparti di Rianimazione e l’Unità di terapia intensiva coronarica. E, insieme, anche la sede dell’elibase del 118 e dell'asilo aziendale, con 30 posti per i figli dei dipendenti. Presto la sagoma diventerà anch'essa un elemento di distinzione, di una struttura affidata a un project financing di 25 anni, che a fine corsa conta di spendere 100 milioni.

Per celebrare le ultime conquiste si spostano da Cagliari, il governatore Ugo Cappellacci, e l’assessore della Sanità, Simona De Francisci. Con loro lo stato maggiore dell’Asl: il manager Antonio Maria Soru, coadiuvato dai direttori Mario Altana e Pietro Mesina. Tra l’uditorio il prefetto Pietro Lisi, il vescovo Mosè Marcia, il questore Pier Luigi D’Angelo. L’incontro coglie l’occasione per tre dediche. La prima all’ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, a cui è stato intitolato l’eliporto. La seconda a monsignor Ottorino Alberti, scomparso un anno fa, vescovo emerito di Cagliari, col cui nome è stato ribattezzato l’asilo. Il terzo personaggio, meno famoso, ma ricordato da tanti nuoresi, è quello del professor Antonio Mosca, medico a Nuoro dal 1954 al ’63, per dirigere proprio l’Anestesia e la Rianimazione, importandovi anche le tecniche per il parto indolore, a cui gli è stato dedicato il “suo” vecchio reparto, nuovo di zecca e pronto a partire. A ritirare il riconoscimento la vedova, Angela Maria Cau Mossa, ancora con il dolore per la tragica scomparsa del professore, nell’incendio in un ascensore nel Cto di Roma, dove si era trasferito, dopo gli anni nuoresi. Aveva 55 anni.

Cappellacci esprime tutto la soddisfazione della Regione per le nuove strutture, «Che non erano nell’agenda politica, quella ereditata, ma abbiamo ritenuto necessarie per dare a Nuoro quel centro di eccellenza di cui si parla da tempo». La sintonia con la Asl emerge nel momento in cui Soru ricorda il valore delle innovazioni e rimarca lo stesso interessamento della sanità regionale, anche con quell’appellativo “il mio assessore” rivolto alla De Francisci. La carrellata degli interventi strutturali dell’ospedale la fanno Giovanni Rivolta e Danilo Migliorini, dirigenti della multinazionale francese Cofely, titolare della concessione della Asl.

Oltre i reparti inaugurati ieri, sono in fase di realizzazione le strutture dell’oncologia ed ematologia (da completare entro ottobre), il collegamento della radioterapia con la hall. Gli altri lavori di ammodernamento riguardano la pediatria, la medicina nucleare, oltre alla costruzione della nuova hall. Fuori da Nuoro da segnalare l’opera di ristrutturazione del San Camillo di Sorgono. La descrizione dei dirigenti ha il sapore di una sfida anche ai potenziali increduli, considerato che il project financing, più che le opere, al momento di partire si è tirato dietro molte critiche.

Rivolta e Migliori smorzano: «Qui si tratta di un incontro tra pubblico e privato, dove il secondo è un partner, che prende parte al rischio e al buon andamento della vita dell’ospedale, e dei suoi nuovi impianti. Quello che ci si ritroverà tra 25 anni sarà un complesso diverso con una tecnologia già modificata rispetto al nostro tempo». Alla fine si andrà a investire 100 milioni, rispetto ai 65 di partenza, «12 dei quali pubblici, che hanno avuto anche lo scopo di tirare dietro il necessario finanziamento bancario», chiudono i rappresentati di Cofely.

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