La Nuova Sardegna

Nuoro

Negozi al buio, esplode la rabbia

di Tiziana Simula

Protesta contro l’Enel dei commercianti del corso Garibaldi rimasti senza corrente elettrica

11 settembre 2013
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NUORO. C’è chi si è aggiustato come poteva, armandosi di pile, pur di non interrompere un servizio all’utenza, chi ha dato fondo all’ultimo chilowatt della luce di emergenza, chi ha dovuto accogliere i clienti al buio e chi, invece, non ha neppure sollevato la serranda del suo negozio non potendo lavorare senza elettricità. È successo ieri mattina nella parte bassa di Corso Garibaldi, dove venticinque attività commerciali sono rimaste senza corrente elettrica per l’intera mattinata a causa di lavori alle linee da parte dell’Enel. I commercianti erano su tutte le furie per quel black out che gli ha causato una marea di disagi: dall’impossibilità di utilizzare il Pos a quella di fare gli scontrini, per non parlare dei problemi causati alle attività che lavorano con frigo, forni e caffetteria, tanto per fare alcuni esempi. E la protesta si è fatta sentire, «perché – dicono i commercianti – bastava un po’ di buonsenso da parte dell’Enel che avrebbe potuto fare l’intervento nelle ore di chiusura dei negozi, magari nel pomeriggio, e non in pieno orario di lavoro, costringendoci di fatto a non lavorare. La gente passa, vede i negozi al buio e tira dritto. Chi ci ripaga delle vendite che abbiamo perso?».

Gli operai sono arrivati di buon mattino al Corso, mettendosi subito all’opera sopra la gru, tra attrezzi e grovigli di fili elettrici. Qualche giorno prima, i commercianti erano stati avvisati dai tecnici dell’Enel che sarebbero rimasti senza luce. La corrente elettrica è stata riattivata poco prima delle 13, dopo una mattinata di malcontento. «Il problema non sono i lavori, che è giusto farli, ma i tempi – attaccano dal negozio di abbigliamento “Campus” – Non si può impedire di lavorare per una mattinata intera a più di venti attività commerciali. Soprattutto in questo periodo di crisi, quando c’è bisogno di guadagnare anche cinquanta euro». I tre bar della zona non hanno neppure sollevato la serranda ieri mattina, altrettanto ha fatto la macelleria. Gli altri esercenti erano indecisi se aprire o meno il loro negozio, poi, alla fine, gran parte di loro ha voluto garantire comunque il servizio, pur tra le difficoltà. «Il frigo e il forno sono stati bloccati per ore – lamenta Giovanni Pedduzza della pasticceria “Il golosastro” – Si è scaricata anche la luce di emergenza, ora il laboratorio è al buio».

Titolari e commesse sono rimasti all’ingresso dei negozi per ore, braccia conserte. «I turisti rimangono allibiti vedendo i negozi al buio», dicono da “Motivi”. Uno sguardo dentro il negozio ed ecco che in fondo al locale, vicino ai camerini, si intravede una grossa pila. È grazie a quella luce, se ieri mattina qualche vendita è stata fatta nel negozio di abbigliamento. «Non possiamo fare diversamente: facciamo luce noi con la pila, così le clienti che si provano gli abiti possono vedersi meglio allo specchio», spiegano i titolari.

«Non ce l’abbiamo con gli operai per carità, loro fanno il proprio lavoro. Ma contro l’Enel che sta interrompendo un servizio – protestano ancora da “Temussi”, negozio di corredo intimo e per la casa – Bastava solo un po’ di buonsenso e programmare i lavori in orario in cui eravamo chiusi. Per non pagare uno straordinario di qualche ora a tre operai, non hanno lavorato 25 attività del Corso. Si sarebbero potute trovare tante soluzioni, fare l’intervento nel pomeriggio, ad esempio, anziché creare tutti questi disagi a noi».

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