La Nuova Sardegna

Nuoro

Le campane di Olzai non suonano più

di Giovanni Maria Sedda
Le campane di Olzai non suonano più

I cittadini hanno sottoscritto una petizione per chiedere l’adozione di provvedimenti contro l’inquinamento acustico

25 settembre 2013
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OLZAI. Le campane della chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista di Olzai non suonano più da venerdì scorso. Un silenzio improvviso che perdura ancora. Sono stati molti i cittadini di Olzai che si sono meravigliati della mancanza dei suoni campanari per annunciare i riti sacri, ma anche le ore della giornata sempre scanditi dall’orologio del campanile. Sorpresi anche i 120 olzaesi che hanno sottoscritto la petizione inviata, il 16 settembre, al sindaco Antonio Ladu e per conoscenza al vescovo di Nuoro Mosè Marcia, al parroco di Olzai don Nicola Porcu e agli assessori e consiglieri comunali. Un documento concordato per chiedere l’adozione di provvedimenti contro l’inquinamento acustico nell’abitato ai sensi dell’articolo 84 dello Statuto del Comune.

I cittadini sottoscrittori sono domiciliati a Olzai in case di civile abitazione o in strutture ricettive, utenti di pubblici servizi e persone temporaneamente dimoranti nel paese. Tutti d’accordo nel lamentarsi, in particolare, del frastuono delle campane. E questo perché, come si legge nella petizione «insieme ai lavori di restauro eseguiti nel 2010 nella chiesa parrocchiale di san Giovanni Battista a Olzai, sono stati effettuati dei lavori di manutenzione all’impianto di elettrificazione delle campane e dell’orologio. Detti lavori hanno comportato una sensibile modifica degli elettrobattenti e percussori, con un considerevole incremento dell’intensità dei rintocchi e loro durata, oltre a una programmazione di nuove melodie liturgiche che irrompono insopportabilmente alle 6,30 del mattino e si prolungano sino alle 21. Rispetto al passato – si precisa nel documento – il livello del rumore delle campane risulta esageratamente elevato e tale da condizionare quotidianamente, e oltre ogni limite di tollerabilità, le occupazioni, il riposo, le conversazioni dirette o telefoniche (sia all’aperto che all’interno delle abitazioni ubicate nei rioni limitrofi alla chiesa parrocchiale), e tale da disturbare gli utenti dei pubblici servizi e interrompere sistematicamente le riunioni del consiglio comunale, importanti conferenze e le pubbliche riunioni che si svolgono in municipio, asilo infantile o nella sala conferenze della casa Mesina, biblioteca e pinacoteca, tutti ambienti ubicati a meno di 50 metri dal campanile». I 120 firmatari però non hanno chiesto il silenzio delle campane. Ma soltanto “provvedimenti urgenti per tutelare la salute della collettività.

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