La Nuova Sardegna

Nuoro

I sindaci in campo per trovare soluzioni allo spopolamento

di Claudia Carta
I sindaci in campo per trovare soluzioni allo spopolamento

Perdasdefogu, esperti riuniti per esaminare il fenomeno Tra le cause anche una burocrazia spesso soffocante

13 ottobre 2013
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PERDASDEFOGU. Qualcuno avrà forse da obiettare sul fatto che i sardi siano “pocos, locos y mal unidos”. Ma che siano “viejos”, vecchi, è un dato di fatto inconfutabile. Basti pensare che mentre nel 1961 la classe di età più numerosa era quella che andava dai 45 ai 49 anni, oggi si assiste a un aumento esponenziale della fascia compresa fra gli 80 e i 90 anni. L’indice di vecchiaia non lascia adito a dubbi: nel 1961, per ogni 100 giovani vi erano 28 ultra sessantacinquenni; nel 2011 il numero sale a 158,6. La Sardegna si spopola alla velocità della luce, dunque, e invecchia altrettanto in fretta rispetto alle altre regioni italiane. Ecco perché studiosi e politici sardi si sono dati appuntamento a Perdasdefogu, venerdì sera, in occasione di un convegno che non solo ha preso atto di una situazione ormai inesorabile, che non riguarda solo la Sardegna e l’Ogliastra, ma ha discusso e messo sul tavolo proposte e soluzioni capaci di arginare e contrastare il fenomeno. Un rimedio di tre secoli porta il nome di “strangìa”, accoglienza. A spiegarla è Giacomo Mameli, giornalista foghesino: «Dogna strangiu est unu cumpangiu, diceva don Giovanni Corona, sacerdote di Perdas nel lontano 1723. Occorre fare in modo che i turisti vengano in Sardegna e qui lascino i loro soldi. Ma bisogna saperli accogliere, utilizzando politiche di turismo intelligente ed economicamente produttivo. Cosa per noi molto difficile, dal momento che non conosciamo il valore di ciò che abbiamo a casa nostra».

Degli stranieri che arrivano nell’isola, intesi come fonte di ricchezza, culturale e sociale, ha parlato anche Cristiano Erriu, presidente dell’Anci Sardegna, sottolineando non solo il valore economico prodotto effettivamente, ma anche l’importanza di un investimento che genera cultura e diversità, capaci di creare situazioni di vita accettabile.

Dalla provincia del Medio Campidano arriva, per bocca del suo presidente Fulvio Tocco, il monito per un’attenta lettura del territorio, dei suoi spazi e delle sue peculiarità produttive, con un occhio di riguardo al comparto zootecnico e agricolo: «Le aree a vocazione cerealicola possono diventare centro di sviluppo concreto se sappiamo valorizzarle al meglio, grazie anche alle opportunità messe a disposizioni dall’Unione Europea». Comuni, Regione, Stato centrale ed Europa. Leggi “istituzioni”. Le stesse alle quali i sindaci rimproverano spesso una burocrazia asfissiante che rasenta la schizofrenia: «Serve una dose maggiore di buon senso anche nell’elaborazione delle norme – ha commentato Mariano Carta, sindaco di Perdasdefogu – che metta la classe dirigente in condizioni di esercitare una buona politica. Davanti a tagli orizzontali scellerati che investono scuola, sanità, trasporti, viabilità e giustizia, con una legge come quella del patto di stabilità che è pura follia, è sempre il singolo cittadino a doversi accollare un costo sociale ormai insostenibile. Ci si riempie la bocca di buoni propositi, quando si parla di sostenere le zone interne della Sardegna, ma gli atteggiamenti concreti sono poi quelli di chi non se ne preoccupa».

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