La Nuova Sardegna

Nuoro

Marteddu: «I politici escano allo scoperto»

 Marteddu: «I politici escano allo scoperto»

L’ex sindaco di Orotelli propone l’acronimo inglese EaG: European area of Gennargentu

02 novembre 2013
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NUORO. «Logica vorrebbe, alla vigilia delle elezioni regionali, che posizioni, programmi, idee, proposte avessero il marchio della chiarezza. Così non è per il Parco del Gennargentu». È Matteo Marteddu, ex sindaco di Orotelli, ex consigliere regionale presidente del gruppo Ppi, a intervenire nel dibattito sul Parco del Gennargentu. Dice: «Si mobilitano di nuovo comuni cittadini, associazioni culturali e di produzione, dirigenti sindacali, convincimenti antichi e moderni, consapevolezze innovative. Tra queste la percezione che il centro Sardegna non sarà più teatro di scommesse e azzardi persi e in malora: fabbriche di calze, di chimica grossa o fina, di legname e carbone, di tessuti e preservativi, di promesse schizoidi di posti di lavoro. Intanto gli uomini della politica nicchiano, afasici, intimoriti, sotto coperta, all’ombra di incrostazioni anni Settanta dure a morire».

«Nel deserto, invece, l’area interna è una risorsa immensa; non solo per il brand Sardegna, ma per la cultura, lo sviluppo, lo stile di vita di questo millennio. Allora consiglieri regionali e parlamentari, cui spetta la parola e la decisione, devono uscire dalla fase di regressione progressiva. Siamo qui, in tanti, a dare una mano. Il problema è il nome? Cambiamolo in European area (of) Gennargentu. EaG: splendido acronimo inglese. “Parco internazionale”, dice Michele Fele. Sì, è un’area europea, non è il cortile sotto casa con le panchine dei vecchietti, soprattutto di testa e di cultura. E non può essere il parchetto condominiale per soddisfare localismi. La lingua che ci sfida è quella che si declina come sviluppo, tipicità e globalizzzione, etnia e mondo, saperi e mercato, su sardu and the English. Tutto questo noi lo possiamo produrre. Ovvio, checché ne dicano gli azzeccagarbugli, la legge è fondamento e cornice irrinunciabile. Ma la 394/91 non è il dogma papale e neanche la costituzione americana. Anzi va resettata. Soprattutto nell’articolo 9 che va cancellato laddove prevede consigli d’amministrazione, comitati scientifici, assemblee di indirizzo, consulenti a gogò, insomma una pletora di mantenuti di Stato, nani e ballerine secondo lo stile craxiano anni ’80. Tutto questo va resettato. Sono sufficienti l’assemblea dei sindaci dell’area, per gli indirizzi generali, naturalmente, non per le faccenduole di piccolo cabotaggio, e un ristrettissimo pool di tecnici per la gestione concreta del budget annuale. Sembrerebbe semplice. In effetti è lo stile Europa. O siamo ancora con la mastrucca e con l’orbace, o rincorriamo, come Cappellacci, gli elemosinieri di Stato, per sottrarci qualche punto percentuale di Irap? Beh io metterei alla prova i candidati – chiude Marteddu –; altrimenti il sole continuerà a battere questi graniti d’argento e l’Europa rimane lontana». (l.p.)

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