La Nuova Sardegna

Nuoro

Orgosolo ricorda i Caduti ma c’è anche Mussolini

di Mattia Sanna

L’amministrazione inaugura un quadro raffigurante le vittime della guerra L’immagine suscita polemiche. Il sindaco: «Solo chiacchiere sterili»

06 novembre 2013
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ORGOSOLO. In ricordo dei caduti in guerra. L’amministrazione comunale di Orgosolo inaugura, alla loro memoria, un quadro raffigurante alcune delle vittime del primo conflitto internazionale. Collocati vicino alle lapidi marmoree, all’interno del cimitero comunale, lì dove vengono celebrati il coraggio e le virtù d’animo di giovani combattenti e servitori della patria, i 108 volti di coloro che perirono in battaglia si accompagnano ai dodici che rimasero mutilati. Ma in alto, sulla sinistra, campeggia anche una presenza che non può passare certo inosservata: l’effige del Duce. A causa di quell’immagine si è assistito a qualche polemica. Ma il sindaco Dionigi Deledda dice piccato: «A ispirare la nostra azione politica c’è solo e unicamente, come scritto nella stessa opera che abbiamo riprodotto fedelmente, la gratitudine verso chi ha scelto di immolarsi per la libertà. Il resto sono chiacchiere sterili, alle quali non voglio nemmeno ribattere». Nella immagine in bianco e nero vengono evidenziate le raffigurazioni di soldati appena ventenni. I contorni e la definizione così nitidi, sono frutto di un accurato lavoro di restauro. L’istantanea, rinvenuta per caso tra il patrimonio di cimeli nell’ abitazione di una famiglia del paese, risale alla fine degli anni cinquanta ed è stata prodotta da una stamperia di Torino. Un esemplare divenuto ormai rarissimo. Nel centro della Barbagia, forse, ci sono altre due o tre sole copie analoghe. Diventava pertanto urgente, secondo il sindaco, conservare questa combinazione di scatti, preservandola dall’oblio e rendendola conoscibile al pubblico.

Orgosolo, cittadina di appena qualche migliaio di anime, ha pagato caro il prezzo del conflitti bellici, perdendo al fronte numerosi suoi figli. Per questo motivo, appare ancora più importante conoscere, capire, riflettere.

«Siamo abituati – ha sottolineato il primo cittadino durante la cerimonia commemorativa svoltasi lo scorso 4 novembre nella chiesa parrocchiale – a dare tutto per scontato, acquisito. Ogni giorno ripetiamo diversi gesti, apparentemente banali, senza comprendere che, prescindendo da quelle vittime e dalla loro prodezza, noi non potremmo essere qui a compierli».

E aggiunge. «Il nostro grazie va ai tanti che, come Giovannantonio Filindeu Dore e Giovanni Musina, (tziu Rastellu), reduci della seconda guerra mondiale, portano con sé, costantemente, attraverso le parole, gli sguardi e le azioni, la testimonianza sofferta della crudeltà e della distruzione delle lotte armate».

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