La Nuova Sardegna

Nuoro

Sit-in di protesta per la Bitti-Sologo: tre paesi isolati dal giorno dell’alluvione

Sit-in di protesta per la Bitti-Sologo: tre paesi isolati dal giorno dell’alluvione

I soldi stanziati dal Governo saranno gestiti con poteri da commissario, appello all’Anas

01 febbraio 2014
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NUORO. Sit-in di protesta dei cittadini di tre paesi, Bitti, Lula e Onanì, che ad oltre due mesi dall'alluvione vedono la strada a scorrimento veloce della Bitti-Sologo ancora impraticabile per il crollo di un ponte.

I manifestanti hanno voluto rallentare il traffico all'altezza del Rio Orvani per sensibilizzare gli automobilisti sul loro problema.

I tempi di percorrenza per raggiungere la statale 131 Dcn, per loro si sono allungati notevolmente: i cittadini di questi tre centri del nuorese sono infatti costretti a passare per la vecchia strada provinciale 38, con disagi enormi soprattutto per i pendolari.

In testa alla protesta i tre sindaci dei paesi coinvolti, a cui si sono aggiunti per solidarietà anche i primi cittadini di Orosei, Dorgali, Irgoli, Austis.

“Non possiamo aspettare che passi altro tempo - hanno detto i rappresentanti del comitato spontaneo della protesta - Sappiamo adesso che un commissario dell'Anas ha pieni poteri per intervenire. Speriamo che la Bitti-Sologo sia una priorità e non una della tante strade da riparare”.

È di oggi infatti la notizia che i 150 milioni di euro stanziati dal Governo per l'alluvione in Sardegna, verranno gestiti con poteri da commissario dal presidente dell'Anas Pietro Ciucci. Soddisfazione è stata espressa per questa notizia dal presidente della Provincia di Nuoro Roberto Deriu che aveva sollecitato un intervento del premier Letta.

Il commissario delegato per la viabilità - ha fatto sapere il sottosegretario Patroni Griffi nella lettera di risposta a Deriu - opererà con i larghi poteri, anche derogatori, assicurando allo stesso commissario “la possibilità di dispiegare con il massimo della velocità e dell'efficacia l'azione volta a ridurre ed eliminare i danni che le infrastrutture di comunicazione hanno subìto”.

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