La Nuova Sardegna

Nuoro

Furreddu, alunni a casa per protesta

di Valeria Gianoglio
Furreddu, alunni a casa per protesta

Nuoro, i genitori: "In aula volano sputi, insulti e botte. Da mesi chiediamo di intervenire, ma nessuno ci ha aiutato"

14 marzo 2014
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NUORO. Alle 8.30 di ieri mattina, dopo mesi di lettere al Provveditore regionale e provinciale, richieste di incontro con il preside, e appelli, la disperazione dei genitori di una classe delle elementari di Furreddu emerge dalle carte e approda invece ai cancelli dell’istituto di via Aosta. Ma ci approda in silenzio. Un silenzio più eloquente di mille parole: la stragrande maggioranza degli alunni della classe, infatti, ieri mattina non ha varcato l’ingresso della scuola ma è rimasta a casa.

E non lo ha fatto per un capriccio di quelli che a certe età a volte sono concessi. No, lo ha fatto perché i genitori, sfiniti e logorati da una guerra che combattono ormai dallo scorso novembre, hanno deciso che non avrebbero più permesso ai loro bambini di frequentare la lezione in un clima molto molto difficile. Tra lanci di oggetti, calci agli arredi, botte, insulti, aggressioni, portate avanti da un bambino, stando a quanto hanno scritto loro stessi al Provveditorato regionale.

I genitori non si stancano di ripeterlo, tuttavia, che in questa faccenda, ovviamente, nessuno dei bambini è responsabile di nulla, in quanto bambino e dunque non consapevole, ma aggiungono anche che pure i loro figli “hanno il diritto di vivere in aula in un clima sereno, tranquillo, dove possano imparare non solo la lezione ma anche a saper vivere e comportarsi in modo civile. Vogliamo che, come gli abbiamo insegnato, anche in aula vivano nel pieno rispetto reciproco, e invece da novembre a oggi stanno assistendo o subendo in prima persona botte, insulti, spintoni, lancio di oggetti e vari annessi. Ci chiediamo: ma è vera scuola, questa? O piuttosto è un campo di battaglia? Ci chiediamo: ma si può imparare qualcosa in queste condizioni?”.

Hanno dovuto attraversare diversi ostacoli, questi genitori, per far emergere il problema che da mesi li tormenta. E negli ultimi giorni c’è stato anche chi, dalla scuola, ha fatto sapere al giornale che non gradiva che la notizia diventasse pubblica. Ma il punto è che, nemmeno quando non lo era, nessuno era riuscito a sbrogliare la matassa.

Del caso, avant’ieri sera, se n’è discusso anche nel corso di un consiglio d’istituto, che inzialmente era stato convocato per tutt’altro. Ma poi, data la presenza inevitabile di qualche genitore interessato, alla fine se n’è parlato eccome. Ed è riemersa la disperazione dei genitori, ed è riemersa la rabbia, i timori, le preoccupazioni di chi ogni giorno affida i propri figli alla scuola con la speranza che stiano in un luogo sicuro e protetto. E invece si scopre che ogni tanto questa speranza, vacilla.

Ma la vera novità della riunione di avant’ieri è che per la prima volta in un’assemblea, anche qualche insegnante ha manifestato il proprio disagio, la propria impotenza di fronte a certi comportamenti ai quali assiste in classe. Insomma, la faccenda è e resta delicata, tanto che il caso Furreddu, stando alle ultime notizie, è approdato anche al ministero che potrebbe decidere di inviare i propri ispettori.

“Non stiamo chiedendo la luna – dicono i genitori – ma solo che venga rispettato il diritto dei nostri figli di stare in aula sereni, senza ricevere botte, insulti, sputi e spintoni. Perché la scuola è fatta per imparare. E se nessuno fa rispettare questo loro diritto, noi li terremo a casa”.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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