La Nuova Sardegna

Nuoro

Depuratori in tilt, a Posada pericolo per l’acqua potabile

di Sergio Secci
Depuratori in tilt, a Posada pericolo per l’acqua potabile

Per il sindaco il problema principale è la salute dei cittadini Cicalò: «Nessuna responsabilità per il ritardo dei lavori»

20 marzo 2014
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POSADA. «I fatti dimostrano che, contrariamente a quanto afferma l'assessore provinciale, il commissario ha svolto correttamente e tempestivamente il proprio incarico, recependo le richieste di intervento urgente per dare attuazione ai primi interventi urgenti e indifferibili». Non si è fatta attendere la replica di Giorgio Cicalò, commissario straordinario per l’emergenza alluvione, alle dichiarazioni dell’assessore provinciale all’ambiente Marco Murgia che ieri ha lanciato il rischio inquinamento per l’invaso del lago Posada dopo che l’alluvione Cleopatra ha messo fuori uso i depuratori di Bitti, Lula, Onanì e Torpè. «In relazione al comunicato stampa è necessario fare chiarezza sulle attività che questo ufficio ha posto in essere già nei primi giorni successivi all’alluvione del 18 novembre scorso – ha detto Cicalò –. Nel mese di novembre è stato richiesto ai comuni interessati e ad Abbanoa di effettuare una ricognizione dei danni subiti dalle opere pubbliche, compresi gli impianti di depurazione, chiedendo di indicare i primi interventi urgenti da effettuare per il ripristino della funzionalità degli impianti stessi».

«Le schede di intervento sono state recepite nel piano adottato con ordinanza commissariale del 23 gennaio scorso – ha proseguito il commissario –. In particolare, nella sola provincia di Nuoro sono stati finanziati e autorizzati gli interventi urgenti, alcuni dei quali risultano conclusi, altri, invece, ancora in corso».

Cicalò è preciso nella sua ricostruzione. Si parla dei depuratori di Bitti, Posada, Siniscola, Torpè e Nuoro. In particolare, per citare quelli segnalati da Murgia, si evince che per il ripristino del depuratore che serve gli abitanti di Bitti, Onanì e Lula, servivano 15mila euro, mentre per Torpè ne occorrevano 200mila, 60mila per Lodè e 50mila per depuratore di Posada. Altri 150mila euro, invece, erano quelli necessari per i lavori per il depuratore Su Tuvu che serve Nuoro e infine 50mila euro per quello del Sologo che serve gli abitati di Loculi. Irgoli e Galtelli. «Gli interventi sono stati disposti compatibilmente con le risorse finanziarie assegnate, pari a 20 milioni di euro. A questi si sommano 12 milioni della Regione assegnati la settimana scorsa – ha spiegato il commissario –. Per gli interventi più strutturali legati alla ricostruzione delle opere pubbliche danneggiate, il mandato affidato al commissario è quello di effettuare la ricognizione dei danni, che ammontano complessivamente a 350 milioni di euro».

Dal mancato riavvio dei depuratori a monte dell’invaso Maccheronis più che problemi alle spiagge potrebbero esserci ripercussioni per il servizio idrico. È quanto sottolinea il sindaco di Posada, Roberto Tola. «Nelle dichiarazioni dell'assessore provinciale preoccupa un aspetto che non ha invece toccato, quello relativo all'utilizzo dell'acqua della diga per fini idropotabili – ha detto il primo cittadino – . La diga invasa le acque provenienti dal bacino idrografico del Posada, di conseguenza raccoglie anche i reflui di Lodè, Bitti e Onanì. Se l'allarme dell'assessore provinciale è fondato si pone allora il problema della potabilità dell'acqua che viene erogata ai comuni di Siniscola, Posada, Torpè, Budoni e San Teodoro». Tola, che ha già inviato una nota in procura e una ai sindaci del territorio, si chiede infine cosa abbia fatto l’assessore per cercare di risolvere il problema, nei quattro mesi successivi all’alluvione. «Anziché lanciare l’allarme con un comunicato stampa – ha concluso il sindaco– sarebbe stato opportuno convocare gli enti interessati per trovare una soluzione».

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