La Nuova Sardegna

Nuoro

Grande fede e tradizione nel rito di S’Incontru

di Angelo Fontanesi
Grande fede e tradizione nel rito di S’Incontru

Orosei, l’appuntamento religioso celebrato in tutti i paesi della bassa Baronia Folla di turisti e fedeli che hanno assistito a veri capolavori di coreografie sacre

22 aprile 2014
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OROSEI. I riti della Settimana Santa, conclusi domenica con la processione de S’Incontru celebrata in tutti i paesi della bassa Baronia, si confermano momenti di grande fede popolare e tasselli di cultura e tradizione tramandati praticamente senza soluzione di continuità da oltre quattro secoli. Ma si dimostrano anche un prezioso volano promozionale per il territorio, specie quanto gli appuntamenti che hanno scandito la settimana appena trascorsa vengono presentati come unica vetrina e offerte come valore aggiunto alle attrattive del luogo. Un modulo che ha funzionato piuttosto bene, con buoni numeri di presenze registrati sia ad Orosei che a Galtellì. Positivo dunque, come forse non accadeva da tempo, il bilancio del primo ponte festivo di questa primavera gratificato anche da due giornate di bel tempo, con cielo limpido e soleggiato e con temperature assolutamente gradevoli. Tutti fattori che hanno contribuito anche al successo delle processioni de S’Incontru svoltesi domenica mattina in tutti i centri della Valle del Cedrino, da Orosei e Loculi passando per Galtellì, Irgoli e Onifai. Manifestazioni seguite in totale da migliaia di fedeli ma anche da tanti turisti (specie a Orosei e Galtellì) giunti appositamente per assistere a dei veri e propri capolavori di coreografie sacre. Protagonisti indiscussi di questi appuntamenti i confratelli de sas corfarias che da secoli sono i veri e unici custodi delle movenze, dei tempi e dei canti dei riti pasquali sbarcati in Sardegna a seguito della dominazione iberica. Associazioni laiche che hanno sede negli antichi omonimi oratori, composte secondo rigide gerarchie interne e che in alcuni centri dell’isola (Orosei è tra questi) non hanno mai interrotto nel corso dei secoli il loro compito di trait d’union tra la rigida dottrina ecclesiale e le pulsioni anche sanguigne sino a sembrare trasgressive della fede popolare. Confratelli e consorelle che meritano tutte un plauso e una citazione: dalle tre confraternite di Orosei (Sas Animas, Santa Rughe e Su Rosariu), alle due omonime di Galtellì e Irgoli (Santa Rughe e Sas Animas), alle altre due di Onifai (Vergine del Carmelo e Confraternita di Santa Croce) sino all'unica attivissima di Loculi, quella di Santa Rughe, che da sola provvede a tutti i riti liturgici e paraliturgici della settimana Santa loculese. Senza il loro lavoro (che dura un anno intero) la loro fede e la loro passione in Sardegna non esisterebbe nessuna Chita Santa e andrebbe perduto peraltro il grande patrimonio del canto sacro sardo. La stragrande maggioranza dei cori a cuncordu isolani nasce e ha origine proprio dentro gli oratori delle confraternite, scuole canore tramandate oralmente da priore in priore sino ai giorni nostri e studiate con sempre maggiore interesse dai più illustri etnomusicologi del mondo.

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