La Nuova Sardegna

Nuoro

il caso

Motorizzazione, revisioni sospese

di Mattia Sanna
Motorizzazione, revisioni sospese

Attività bloccata «per la grave carenza di personale in servizio»

03 luglio 2014
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NUORO. La Motorizzazione sospende le revisioni e i collaudi. Allestitori, autoscuole e meccanici costretti a rivolgersi agli uffici delle altre province. Alla fine, la brutta notizia, per la verità attesa da un po’ di tempo, è arrivata. Dal primo luglio non è più possibile prenotare le operazioni nella struttura del capoluogo barbaricino. Una nota affissa alle pareti dell’edificio della Motorizzazione civile informa che la direzione generale «vista la grave carenza di personale», ha ravvisato la necessità di interrompere il servizio, fondamentale per diverse categorie di operatori economici. Ad esempio, per le officine che eseguono le trasformazioni dei veicoli. Queste ultime, d’ora in avanti, oltre a dover sostenere un notevole aggravio dei costi determinato da lunghi spostamenti per raggiungere Sassari, Oristano, o Cagliari, saranno chiamati a completare un’ intricata procedura di deposito della firma. Da realizzarsi davanti ai funzionari dello sportello del Ministero delle Infrastrutture ritenuto più “comodo”, secondo le proprie esigenze.

In sostanza, un artigiano, prima di completare la pratica di un unico automezzo, dovrebbe sostenere onerose trasferte, finalizzate al completamento delle procedure burocratiche. Stessa situazione anche per ottenere un semplice foglio rosa o conseguire l’esame di guida. O solamente per un gancio traino, viene fatto notare. «Il gioco non vale la candela – sostengono diversi rappresentanti del settore – Quello che riusciremmo a guadagnare, in questo modo, verrebbe rimesso per coprire i costi. Tanto vale, allora, abbassare le serrande», è l’amara conclusione. In coincidenza di una pesante crisi, di cui non si intravede ancora la fine, adesso ci si mette perfino questa ennesima, brutale doccia fredda.

L’attività di mediazione condotta dal prefetto di Nuoro, il coinvolgimento delle sigle sindacali nella vertenza non hanno, quindi, portato ai risultati sperati. Si era vociferata perfino la possibilità di subappalto delle prestazioni a favore dell’ACI. Una soluzione nella quale in molti speravano. Eppure, alla fine, si è giunti alla drastica scelta. Una scelta, dalla quale non si intravede una imminente via d’uscita e che si aggiunge, tristemente, all’impoverimento di un territorio, lasciato sempre più in balia di sé stesso. Ci si augura che lo svuotamento della motorizzazione non sia l’anticamera della chiusura definitiva. Che non si debba assistere all’analoga sorte, toccata alla Banca d’Italia, non molto tempo fa. Di fronte a tutto questo, ci si chiede davvero che progetto si abbia per questa porzione di Sardegna. Per le tante piccole comunità, che la compongono e che tentano di sopravvivere, giorno dopo giorno. A Oliena, per citare un esempio, c’è chi, dopo trent’anni di lavoro e sacrificio, dopo aver tenuto duro in coincidenza di scosse pesanti, si trova senza un futuro. Forse, sarebbe necessario rifletterci su.

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